Nuovi
Municipi
Newsletter settimanale della Rete
del Nuovo Municipio
n. 195, 12 Novembre 2010
«Una nuova democrazia "si aggira per
l'Europa", al di sotto dei radar dei media e guardata con diffidenza dai
professionisti della politica: il suo centro di gravità si allontana dalle aule
e dagli istituti della rappresentanza per riavvicinarsi
- anche fisicamente - ai luoghi della socialità dove, sulla base di progetti
concreti e di relazioni tra persone, si creano alleanze che spingono verso una
società solidale e conviviale, che parta dalla difesa dei beni comuni e dei
diritti per alimentare dal basso progettualità locali ma al contempo
universali, capaci di valere da antidoto alla grande crisi - sociale e
finanziaria, ambientale e democratica. Si tratta di esperienze diverse ma
accomunate da uno sguardo multi-dimensionale, che coinvolge economia e
politica, culture e territori nella ricerca di nuove prossimità operative e propositive; e che s'incontrano col
Nuovo Municipio, in un luogo storico dell'interazione sociale come Le Piagge di
Firenze, per dar vita a un laboratorio comune per la generazione di
"altri" mondi.» Così chi scrive presentava, esattamente un anno fa,
il primo incontro di "Democrazia Km. 0", la singolare compagine che ha
dato vita, cinque giorni fa, ad un secondo incontro in un altro dei luoghi
storici della nuova democrazia, quella Grottammare che ha battuto la strada ad
una infinità di esperienze partecipative e il cui sindaco, Luigi Merli, è il
Presidente della nostra Rete. "Di ritorno da Grottammare", il nostro vecchio amico Gigi Sullo
racconta in poche note la storia passata e futura di questa organizzazione
eterogenea ma estremamente compatta, il cui merito sta se non altro nell'aver
recuperato, nella prassi, la radice etimologica della parola
"movimento" come qualcosa che va "da a", che muta gli equilibri di partenza in qualcosa di nuovo
e impregiudicato: ve le presentiamo in calce come testimonianza della vitalità
di un soggetto plurale ancor più esteso e combattivo di quello che si è
ritrovato nella cittadina dell'Ascolano; e nel cui lavoro risiede, secondo noi,
l'unica speranza per una (ri)attivazione della democrazia sostanziale in questo
sfortunato Paese.
Apre il 17 a Firenze la
XIII edizione di Dire & Fare
Liberi dalle utopie sgomente o
confortanti dell'ingenua epoca modernista, in cui macchine antropomorfe si
sostituivano a uomini sempre più meccanici, oggi possiamo finalmente vedere
nell'innovazione nulla più che un supporto sostanziale alle relazioni che,
fondate su un nuovo civismo, sfilano in questa XIII rassegna di buone pratiche di governo locale nella Pubblica
Amministrazione.
Tornano in Toscana, il
19 e 20, le
"Giornate di Montaione" su democrazia e partecipazione
È un bambino piccolo - forse di un paio
d'anni, proprio come la Legge Toscana sulla partecipazione - il logo di questo
incontro che, anno dopo anno, tasta il polso
alle pratiche e alle politiche della nuova democrazia nel luogo in cui essa sta
senza dubbio crescendo con maggior vigore; simbolo di novità - ma anche
dell'ingenuità e del coraggio che servono a saltare i molti fossi della crisi.
A Milano a fine mese la
seconda edizione della Scuola di Alt(R)a Amministrazione
Dopo l'unanime riconoscimento ottenuto
dalla prima edizione torna, con una sessione autunnale dedicata a "Città e Territorio: smontare luoghi comuni, costruire
opportunità", la
Scuola per Amministratori locali promossa - da Comuni Virtuosi e Nuovi Municipi
con il Politecnico di Milano - per ribadire il concetto che l'unica Alta
Amministrazione è, oggi, un'Amministrazione Altra.
La Terra Trema: IV
edizione a Milano dal 26 al 28
La terra e la Terra tremano ancora una
volta, nel cuore di Milano, di indignazione e di speranza: indignazione per la
sorte ingiuriosa riservata alla attività primaria per eccellenza; speranza per
i fermenti di novità culturale, sociale, economica e politica che si agitano in
questa rassegna dell'agricoltura e del consumo auto-sostenibili nata dall'immaginazione di Luigi Veronelli.
Da Febbraio a Trieste un corso per amministratori pubblici sulle
energie rinnovabili
È "Produrre regolamenti efficaci per
l'introduzione delle energie rinnovabili negli edifici" il titolo completo
di un percorso formativo che, preso atto da un lato dell'imminente esaurimento
delle riserve di combustibili fossili, dall'altro delle enormi potenzialità
degli Enti locali nel promuovere una ri-conversione ecologica dello
"sviluppo", invita i Nuovi Municipi a rinnovare il proprio mix energetico.
Non fermate
il progetto "Città dell'Altra Economia": firmate la
petizione
Per chiare
motivazioni ideologiche, il sindaco di Roma vuol chiudere la Città
dell'Altra Economia,
un progetto che rappresenta uno dei pochi spazi di futuro rimasti aperti in
un'Italia triste, vigliacca e colpevolmente nostalgica. Il Nuovo Municipio,
tante volte suo ospite, si associa al suo appello urgente per scongiurare - anche sottoscrivendo una petizione
- un esito in cui avremmo da perdere tutti.
Il Nuovo Municipio "ci mette la
faccia"
Il web 2.0 non serve solo per far
chiacchiere o curiosare nelle case altrui, ma anche a dare visibilità e
capacità di interazione creativa a gruppi ed eventi che, senza di esso,
resterebbero confinati nelle nicchie anguste e sterilizzanti dell'incontro
casuale. Poco più di un anno fa, anche la Rete si è dotata di questo strumento:
venite a trovarci su FaceBook, c'è da sentirne (e da dirne) delle
belle.
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Di ritorno da Grottammare
di Pierluigi Sullo
Di ritorno da Grottammare,
dall’incontro di Democrazia chilometro zero battezzato «Cambiare l’Italia senza
prendere il potere». Scrivo le mie impressioni subito per non perdere lo
slancio. Senza esagerare, senza voler fare della lirica su quella che in fondo
è stata una discussione di due giorni in cui le circa duecento persone che vi
sono passate hanno avuto modo tutte di dire la loro: una cosa faticosa come
tutte le discussioni che non hanno leader né una conclusione già scritta.
A me è sembrato in conclusione
che l’«intuizione» di DKm0, che si era manifestata un anno fa alle Piagge di
Firenze, sia diventata di colpo una intenzione. E’ come se l’anno di quasi
pausa, con tutto quel che è accaduto nel frattempo, invece di fare svanire
tutto come un buon auspicio travolto da eventi che andavano nella direzione
opposta, ne abbia al contrario rafforzato il senso e la necessità.
Difficilmente, nelle centinaia di incontri e convegni e congressi cui ho
partecipato, ho visto una tale concordia spontanea. Che era evidente sia nel
gruppo, forse una ventina di persone, che in questo anno si sono tenute in
contatto, si sono sforzate di escogitare un modo per rilanciare, e alla fine
sono diventati amiche (sì, conta moltissimo avere tanta confidenza reciproca da
prendersi un po’ in giro, rilassarsi, parlare di sé), che nelle persone che si
sono aggiunte in questa occasione – Guido Viale, o Marco Bersani del movimento
per l’acqua, il sindaco «stop al consumo di territorio» Domenico Finiguerra e
il suo collega di Grottammare, il neomunicipalista Luigi Merli, e Tonio
Dell’Olio di Libera, per fare qualche nome – e soprattutto in quelli che, a
nome di comitati, liste di cittadinanza, movimenti, associazioni soprattutto
delle Marche e dell’Abruzzo (ha funzionato anche la formula dell’incontro a
base regionale o pluri-regionale con ospiti da tutta Italia), hanno detto, in
modi diversi ma con convinzione, che una cosa come DKm0 serve, oltre i dubbi,
le incertezze, le stanchezze di chi l’aveva pensata e proposta alle Piagge.
Quel che mi ha convinto di più
è l’affermazione, tornata in vari interventi, secondo cui non c’è fretta,
perché i tempi della società che si organizza per rompere i muri della politica
non sono in sincronia con quelli delle elezioni, delle «emergenze», dei
governi, insomma l’agenda dominante. Noi lavoriamo non solo su un altro
piano (in basso e non in alto) ma in modo sfasato rispetto ai tempi del potere,
così che l’assillo su quale sia il candidato da votare alle elezioni politiche
(pare vicine) passa in secondo piano: ognuno si regolerà come meglio crede. Nel
frattempo, DKm0 si darà da fare al piano di sotto, quello delle amministrative
che sicuramente si faranno in primavera e alla costruzione di «sovranità dei
cittadini» in generale.
La stessa, ampia discussione
sul «metodo» (non solo Davide Biolghini dell’altra economia, ma quasi tutti
hanno messo su questo punto un accento) non mi è parsa così formale, astratta,
come in altre occasioni. «Cambiare l’Italia senza prendere il potere» richiede
in premessa cambiare il proprio stile collettivo, impone di decidere con il
metodo del consenso.
E' diventato di colpo chiaro
cosa DKm0 sia e cosa possa fare. Non è un movimento e nemmeno una
organizzazione, qualcuno dice che è una campagna, anzi una «campagna
permanente», ma anche questo non vuol dire molto. E’ un modo di stare insieme
che può promuovere, o aiutare, lo stare insieme anche di altri. L’importante –
ecco il metodo – è che, qualunque cosa DKm0 sia, funzioni nel modo più
radicalmente antigerarchico, abbia orrore del voto all’interno e del gioco
maggioranza-minoranza, non vi siano presidenti o capi, e insomma decida per
consenso e ascoltando chiunque abbia qualcosa da dire. Sembra banale ma è, come
diceva quel tale, la semplicità che è difficile a farsi. Intanto, buon segno,
tutti citavano questa formula – Democrazia chilometro zero – con una crescente
familiarità, come qualcosa che già esiste, o che deve poter esistere. I nomi
delle cose sono decisivi, e questo nome, alla fine, pare funzionare davvero.
Se vogliamo promuovere
«colleganza», tra movimenti diversi su uno stesso territorio, e tra territori,
dobbiamo saper comunicare. Usare la rete (internet), prima di tutto, Un sito.
Poi dobbiamo mettere al servizio di quelli che lottano (lottano: è questo che
si fa, contro la distruzione sistematica della terra e dei beni comuni)
utensili, esperienza, esperti, sui più diversi temi (anche se su molti già c’è
chi fa questo lavoro, si veda l’acqua, o gli urbanisti e i sindaci contro il
consumo di suolo, eccetera) e in particolare – è la ragione sociale di DKm0 -
sul corpo a corpo tra i cittadini, quando si uniscono nei più diversi modi, e
la politica che ha occupato le istituzioni. E le stesse istituzioni che, ha
detto qualcuno, «non sono neutre». Allora: come si fa una lista di
cittadinanza, come si fa una guerriglia di idee e di proposte contro un piano
regolatore-speculatore, come si scrive una mozione, una delibera, come si
cambia uno statuto comunale? Gli statuti comunali, ecco, sono la Costituzione
repubblicana di una comunità. «Privi di valore? Forse, ma intanto sono lì,
scritti, e hanno peso normativo», ha detto qualcuno. A Fossacesia, in Abruzzo,
ci hanno scritto che l’acqua e altri beni comuni sono indisponibili al mercato.
Perché non lanciare una campagna per la riscrittura degli statuti comunali in
tutto il paese?
E ancora: la neodemocrazia
diffusa, incarnata nei comitati o forum o liste di cittadinanza sempre più
numerosi, ha bisogno di capire meglio. Si dovrebbe approfondire, aprire una
discussione, fare dell’auto-apprendimento, su cosa è la democrazia, cosa la
coesione sociale in tempi di distruzione del welfare, cosa la stessa storia del
nostro paese, che ci hanno raccontato come un lungo medioevo di localismi
finché, centocinquanta anni fa, Garibaldi e Cavour non lo fecero «risorgere»,
facendone una nazione unita. Siamo sicuri che sia andata così? Non sarà che
l’Italia è un paese di municipi, e lì sono le sue radici e la sua originalità,
la sua possibile salvezza e il seme di un altro genere di democrazia, nell’era
in cui gli Stati-nazione cedono la loro sovranità a poteri transnazionali quasi
mai legittimi?
Ultimo ma decisivo, ci si
chiedeva, a Grottammare, come racimolare risorse, soldi, per finanziare il
sito, pubblicazioni che potranno venire (un manualetto su come si fa una lista
di cittadinanza e non ci si lascia travolgere nei consigli comunali, mettendo a
frutto le esperienze fiorentina, valsusina, vicentina, ad esempio, e a
Grottammare c’erano Claudio Giorno, Ornella De Zordo e Chiara Spadaro, a
parlare tra l’altro di queste tre esperienze forti), seminari e incontri…
Ci sono persone intelligenti e
desiderose di fare, di abbandonare la platea da cui si osserva la
politica-spettacolo, attorno a Democrazia chilometro zero. E quel che si
percepiva a Grottammare è che potrebbero facilmente trovarsi in foltissima
compagnia, a saper comunicare questa intenzione. L’incontro di Teano e altri
avvenimenti di queste settimane confortano questa sensazione.
DKm0 disegna, finalmente, un
«luogo» in cui si può non sentirsi stranieri. Almeno, a me fa questo effetto. E
di questo sono grato ai nostri amici marchigiani: prima di tutto per la loro
gentilezza, bene comune sempre più raro.