Nuovi
Municipi
Newsletter settimanale della Rete
del Nuovo Municipio
n. 192, 8 Ottobre 2010
IL NUOVO MUNICIPIO E "L'ASSESSORE CHE NON TI
ASPETTI"
Oggi le consuete chiacchiere dell'estensore di questo foglio sono rimpiazzate da un testo (riprodotto in calce) che riporta per intero l'intervista da poco rilasciata a Carta da Anna Marson, già vicepresidente della Rete del Nuovo Municipio e ora Assessore all'Urbanistica della Regione Toscana. Anna è "l'assessore che non ti aspetti" perché, da quando è in carica, ha messo in moto una serie di trasformazioni dell'azione amministrativa che, pur fra le prevedibili difficoltà procedurali e politiche, stanno di fatto trascinando la Toscana su posizioni sempre più vicine a quelle del Nuovo Municipio. Quello riportato sotto è così un testo che si presta in modo esemplare a descrivere la buona pratica locale (ciò di cui questa rubrica dovrebbe vivere, di settimana in settimana) di chi non intende avallare nemmeno con l'inazione la pratica sconsiderata di spoliazione del bene comune territorio che da decenni travolge quello che, una volta, era detto a ragione "il Bel Paese". Lo lasciamo dunque alla vostra riflessione, come invito a considerare quanto poco di utopistico e visionario - e quanto invece di concreto buon senso - si trovi nelle storie che vi raccontiamo da quattro anni a questa parte.
In corso a Cremona
"CompraVerde" 2010
Gli Acquisti Verdi - in particolare
quelli delle Pubbliche Amministrazioni - non servono solo a ridurre gli impatti
delle attività umane sull'ambiente, ma anche ad attivare filiere corte di
eccellenza locale che innescano relazioni solidali fra produzione,
distribuzione e consumo verso la sostenibilità. È l'assunto alla base del IV Forum internazionale del Green Procurement pubblico e privato.
Lunedì a
Reggio Calabria Assemblea sulla gestione urbana
A chi pensa che
il Nuovo Municipio sia solo una sede di elaborazione teorica, e che si stiano
esaurendo le spinte trasformative seguite alla memorabile stagione di Seattle e
di Porto Alegre, il Nodo Sud della Rete risponde convocando, nel capoluogo
calabrese, una assemblea cittadina su temi e in un contesto davvero "di
scottante attualità"; per passare, e in breve, dalle parole ai fatti.
Aperte fino
all'11 le iscrizioni al Master in Partecipazione a Pisa
Se è vero che,
data la natura proteiforme dei processi partecipativi, non esistono veri e
propri esperti di partecipazione, è vero anche che il peso da essi assunto
nelle dinamiche della decisione politica richiede professionalità specifiche e
non derivate; una domanda cui cerca di rispondere il Master universitario di II livello promosso dal Dipartimento di Ingegneria Civile
di Pisa.
A Teano, diamoci una mano; dal 22 al 26
Tutti conoscono la storia della celeberrima
stretta di mano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele, di cui il 26 di Ottobre
ricorrono i 150 anni esatti; ma nessuno sa come andrà a finire la storia del
Paese nato da quell'incontro e che, se non si dà una mano da solo, sembra avere davanti a sé un avvenire più corto del suo
passato: i Nuovi Municipi al lavoro per costruire una Nuova Unità d'Italia.
Fino all'11 Novembre a
Firenze "Gestione
e organizzazione dei processi partecipativi locali"
Una lunga avventura formativa, che vede a più riprese la partecipazione
(diretta e indiretta) del Nuovo Municipio, si ripromette di portare il
"sapere partecipativo" fuori dalle secche utilitariste e fanfarone
del marketing elettorale e della consulenza professionale per metterlo a
disposizione di chi intende veramente usarlo come strumento funzionante di buon
governo, autonomia e auto-sostenibilità.
Da Febbraio a Trieste un corso per amministratori pubblici sulle
energie rinnovabili
È "Produrre regolamenti efficaci per
l'introduzione delle energie rinnovabili negli edifici" il titolo completo
di un percorso formativo che, preso atto da un lato dell'imminente esaurimento
delle riserve di combustibili fossili, dall'altro delle enormi potenzialità
degli Enti locali nel promuovere una ri-conversione ecologica dello
"sviluppo", invita i Nuovi Municipi a rinnovare il proprio mix energetico.
Non fermate
il progetto "Città dell'Altra Economia": firmate la petizione
Per chiare
motivazioni ideologiche, il sindaco di Roma vuol chiudere la Città
dell'Altra Economia,
un progetto che rappresenta uno dei pochi spazi di futuro rimasti aperti in
un'Italia triste, vigliacca e colpevolmente nostalgica. Il Nuovo Municipio,
tante volte suo ospite, si associa al suo appello urgente per scongiurare - anche sottoscrivendo una petizione
- un esito in cui avremmo da perdere tutti.
Il Nuovo Municipio "ci mette la
faccia"
Il web 2.0 non serve solo per far chiacchiere
o curiosare nelle case altrui, ma anche a dare visibilità e capacità di
interazione creativa a gruppi ed eventi che, senza di esso, resterebbero
confinati nelle nicchie anguste e sterilizzanti dell'incontro casuale. Poco più
di un anno fa, anche la Rete si è dotata di questo strumento: venite a trovarci su FaceBook, c'è da sentirne (e da dirne) delle
belle.
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crescere, la Rete ha bisogno del vostro sostegno: in termini di idee, di
attività, di proposte - ma anche finanziari. Non dimenticate dunque di
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per tutte le altre notizie potete rivolgervi alla nostra Segreteria al numero 333 8381901.
Grazie per stare
contribuendo a fare, della Rete, la vostra Rete.
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di Gianni Belloni per Carta
Ce la ricordiamo ai convegni della Rete del Nuovo Municipio o agli incontri promossi da Carta Estnord e dei comitati veneti. Da qualche mese Anna Marson, docente di urbanistica allo Iuav di Venezia, è assessore regionale all’urbanistica della Regione Toscana. Nominata come indipendente dell’Italia dei Valori in poco tempo ha sorpreso molti [il ciclone Marson ha titolato un giornale mainstream], irritato più di qualcuno e acceso tante speranze sulla possibilità di una politica di cura e tutela del territorio. L’abbiamo incontrata e volentieri ha concesso questa intervista a Carta.
Trattare il territorio come il gioco del monopoli, con l’obiettivo di piazzare nuovi edifici sembra sia diventato sempre di più, anche a sinistra, senso comune. Cosa ne pensi dal tuo osservatorio?
Il passaggio dalla provincia di Venezia alla regione Toscana per chi si occupa di pianificazione è come passare dalla guida di un’utilitaria a un’auto di lusso. L’impressione è che questa auto di lusso negli ultimi anni non abbia fatto tutti i tagliandi, ma è indubbiamente una macchina di governo diversa. Qui il metodo della contrattazione negoziata, quello generalmente in voga - dove l’eccezione, lo scambio tra privato e amministrazione pubblica per edificare al di fuori della pianificazione in cambio di un po’ di servizi pubblici, diviene la regola - è stato moderato da un sistema diverso, tipico della Regione Toscana, che è quello della concertazione sociale allargata - il dialogo tra i grandi soggetti sociali e imprenditoriali del territorio - metodo che ha senz’altro bisogno di essere ripensato e innovato, ma che indubbiamente ha stemperato gli effetti deleteri della contrattazione negoziata.
Nei tuoi interventi hai manifestato la preoccupazione di «recuperare la voce dei soggetti deboli». Come dare peso a queste voci?
La Regione Toscana negli ultimi anni ha introdotto alcune novità. La legge sul territorio del 2005 prevede un garante della comunicazione e quindi dell’informazione ai cittadini, e, dal 2007, c’è una legge dedicata alla partecipazione che introduce alcuni principi importanti stabilendo che la partecipazione dev’essere il metodo ordinario delle politiche pubbliche promosse dalla regione. Nei procedimenti legati all’approvazione di strumenti di pianificazione questi due istituti - informazione e partecipazione - oggi non vengono impiegati in modo del tutto soddisfacente. Però gli strumenti per coinvolgere al meglio cittadini e associazioni attive sul territorio esistono. Quello che sto cercando di fare è di aprire all’ascolto di queste istanze, giungendo a risposte abbastanza tempestive nel merito grazie a dispositivi che permettano ai cittadini di intervenire in modo strutturato. Col garante della comunicazione stiamo lavorando all’identificazione di procedure che rispetto alla realtà odierna rappresenterebbero una grossa innovazione. C’è da sottolineare che la legge regionale sul governo del territorio è molto complicata, anche per i tecnici. Uno dei miei obiettivi è quello di semplificarla per renderla comprensibile a chiunque - associazione, comitato o cittadino - abbia necessità di interagire con i procedimenti urbanistici e avere delle garanzie più solide circa la risposta alle istanze esposte.
Il tema della semplificazione è molto importante, per evitare che l’urbanistica sia percepita come una materia tecnica e non un campo politico. Questo passaggio per quanto riguarda l’acqua è riuscito, non altrettanto, ad esempio, riguardo al consumo di suolo. Che ne pensi?
Ritengo importante attrezzarsi per il monitoraggio del consumo di suolo perché il fenomeno appaia nel sue dimensioni ed avere misurazioni efficaci ed effettive. Per quanto riguarda i piani già approvati è difficile tornare indietro, ma per i nuovi piani il mio obiettivo è mettere in piedi dei sistemi di convenienze per cui sia meno conveniente dal punto di vista economico urbanizzare nuovi suoli agricoli rispetto al consumare suoli già urbanizzati, il contrario di quanto non sia oggi. Quando si costruisce in area agricola, le imprese serie subiscono una fortissima concorrenza da parte di imprese improvvisate che propongono ribassi incredibili, cosa che non possono fare quando si tratta di lavori di qualità, di ristrutturazione o inserimento in contesti urbani.
Il sindaco di Rio Marina, dopo la sospensiva su alcune previsioni edificatorie del comune da parte della regione, ha esclamato: «Siamo il Comune dove si è costruito meno all’Elba. Avremo pur il diritto di ritagliarci anche noi il nostro sviluppo». Come rispondi?
La cosa che mi ha colpito di più in questo caso è l’idea strumentale che costruire nuove case, nel contesto dell’Elba, serva ad avere più residenti così come costruire nuovi insediamenti produttivi possa servire ad avviare nuove attività produttive. Per fortuna non tutti la pensano così: il presidente della regione ha lanciato l’idea di attrarre nuove imprese in Toscana con un ufficio apposito. Come primo passo è stata avviata la ricognizione delle aree già disponibili e individuando quelle, numerose, con una saturazione bassa e spazi sufficienti. Il problema sono i prezzi attesi dai proprietari delle aree già urbanizzate. Sarebbe bene che con il federalismo fiscale si prevedesse la possibilità di usare strumenti, da parte delle regioni, per ricondurre i prezzi al giusto livello di mercato attraverso una tassazione degli incrementi di valore delle aree rispetto al costo medio. Sottolineo: è un provvedimento pensato da Giolitti, non da Stalin, come si potrebbe pensare.
Da questo punto di vista, la cultura degli amministratori sta cambiando?
Dopo la mia nomina, ho conosciuto una serie di sindaci, soprattutto dove ci sono state situazioni più problematiche o conflittuali, con una consapevolezza diversa, più innovativa e avanzata, di come le caratteristiche e le vocazioni dei territori debbano in qualche modo guidare lo sviluppo economico. Penso al sindaco di Portoferraio, all’isola d’Elba, che riducendo le previsioni di espansione edilizia ha visto arrivare investimenti alberghieri di qualità. La realtà di Portoferraio, da questo punto di vista è interessante, ci sono una serie di imprenditori agricoli che hanno investito nella produzione vitivinicola poi usata dagli albergatori, una filiera corta di qualità. Poi c’è Montespertoli dove il sindaco mi raccontava che appena sono state riviste al ribasso la previsioni edilizie sono arrivati nuovi imprenditori interessati all’agriturismo e all’alberghiero riutilizzando i manufatti esistenti. Rispetto all’omologazione imperante, sono segnali importanti.
Sei subito stata percepita come una donna vicina ai movimenti e alle istanze della società civile. Come vivi nei corridoi della politica istituzionale?
Sono convinta che la società civile, che non si sente rappresentata dai partiti e dagli attuali sistemi decisionali, chiede a ragione di essere più sistematicamente considerata. Una consapevolezza in base alla quale cerco di «agire» in un contesto dove si accetta che le istituzioni siano permeate da partiti spesso meno rappresentativi rispetto alle forme migliori di cittadinanza attiva. Sono convinta che occorra una forte innovazione.