Newsletter
settimanale della Rete del Nuovo Municipio
n. 159,
11 Dicembre 2009
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ANCHE LA RETE PER UNO STOP (INTELLIGENTE) AL CONSUMO
DI TERRITORIO
Delle
disastrose condizioni dei suoli del nostro Paese - per oltre il 60%
lontanissimi da pur minimali condizioni di sicurezza idrogeologica e,
nondimeno, sommersi dal cemento al ritmo di quasi 250.000 ettari l'anno -
abbiamo parlato a più riprese in queste pagine: le tragedie ripetute e la
tragedia generalizzata del consumo a oltranza sono lo scotto che ci fanno
pagare decenni di indifferenza interessata che, al livello nazionale e locale,
hanno trasformato quello urbanistico-edilizio nel più grosso business sulla
piazza (di fatto l'unico in crescita) e reso la locuzione "il Bel
Paese" un'espressione tutt'al più caricaturale. Da qualche tempo,
Amministrazioni locali e cittadini hanno deciso di affrontare il nodo
abbandonando le mezze misure e le pratiche concertative consolidate che, da
sempre, l'hanno fatta da padrone al riguardo: ne è nato un Movimento nazionale
che chiede a tutti - a tutti indistintamente - di attivarsi per fermare quello
che, a buona ragione, definisce "un cancro", e il cui Manifesto la Rete ha sottoscritto tra i primi. Sembra in
effetti che, anche grazie al suo lavoro, l'attenzione dei media abbia
significativamente mutato indirizzo in Italia, dedicando sempre più frequenti
serate televisive e paginoni centrali ad un problema che sembrava rimosso per
sempre dal palcoscenico della comunicazione; e che una nuova sensibilità si sia
risvegliata negli stessi Amministratori, i quali si vedono costretti a fare i
conti con una scala di programmazione - quella che oltrepassa la fine del
mandato, e quindi la possibile rielezione - che in molti avevano bellamente
ignorato durante tutta la loro onorata carriera. Il movimento però, se radicale
deve essere, deve porre opzioni tranchant
perseguendole fino alle ultime - e magari poco gradevoli - conseguenze: è così
che la Campagna "Stop al consumo di territorio!" (cui il Nuovo
Municipio aderisce) sta promuovendo in questi giorni qualcosa che, con felice
espressione, si chiama "Campagna nella
campagna": quella contro la destinazione di spazi aperti
all'allocazione a terra di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia
elettrica. Si tratta di un nuovo e ingegnoso stratagemma per continuare a
sfruttare, a scopi industriali alquanto dubbi, territori le cui vocazioni e le
cui potenzialità sono tutt'altre, coprendosi di una maldestra patina ecologista
mediante l'appello alle fonti energetiche rinnovabili, ma cagionando al
territorio (e in particolare alla campagna,
la sua frazione fisicamente e politicamente più debole) danni ancor più
consistenti e insensati di quanto abbia fatto il cemento: a differenza della
costruzione edile ordinaria, infatti, la pannellatura si estende esattamente in
orizzontale, il che rende il suo indice di impermeabilizzazione pari al 100%
rispetto alle superfici occupate. È questa campagna contro il fotovoltaico su terreni liberi la buona pratica che vogliamo segnalarvi oggi:
una buona pratica intransigente, euristica e scomoda, semplicemente ottativa,
incerta e capace di sollecitare sinergie solo nel lungo periodo; ma che ha,
dalla sua parte, l'argomento più forte di tutti: la ragione.
Produrre e scambiare valore territoriale: in corso il
seminario di Milano
Restituire nuova primarietà alla agricoltura,
riscattandola dalla subordinazione a cui il mondo virtualizzato della
post-industria l'ha condannata, può essere la chiave di una ricostruzione di
forme sociali e territoriali liberate dalle ossessioni gemelle della
competizione e della crescita: un seminario costruito intorno alla presentazione di un libro
neomunicipalista ci dice come.
Soluzioni locali per il cambiamento globale:
side-event oggi a Copenhagen
La natura
globale di un problema non lo colloca automaticamente fuori della portata del
locale; anzi, è spesso solo a partire da strategie localizzate che si possono
trovare linee di coordinamento unitarie ed efficaci. È il caso della lotta ai
cambiamenti climatici, che oggi vede i nostri partners dell'Alleanza per il Clima proporre soluzioni intra-regionali al vertice mondiale di Copenhagen.
A Villa San Giovanni il 19
per dire ancora No al Ponte sullo Stretto
È possibile che si debba ancora scendere
in piazza per affermare l'irrealizzabilità, l'inutilità e anche la pericolosità
di un'opera che è stata condannata esplicitamente perfino dal Capo dello Stato?
È possibile che miti e ideologie d'accatto contino sistematicamente più del
volere della gente? Purtroppo sì, è possibile. Ma una grande manifestazione prova a rimettere le cose a posto.
Alta Velocità, quale compatibilità? Soluzioni alternative il
17 a Firenze
E' un sospetto venuto a molti: le
"grandi opere" inutili e costose si fanno non già nonostante, ma proprio a causa dei loro costi spaventosi, che
creano così occasioni migliori per stornare a fini privati denaro pubblico. Il
colossale buco previsto dal TAV sotto la città di Firenze sembra confermarlo:
ma esistono
alternative praticabili? La Rete e i
cittadini pensano proprio di sì.
Un'altra politica è possibile: stop al consumo di territorio
Giovedì a Rivalta di Torino
Approcci tecnicistici e settoriali hanno
per anni nascosto le vere poste in gioco nella questione territoriale: un atto
di rimozione - inconsapevole o deliberata - che ha portato al disastro attuale,
con oltre un terzo dei suoli su cui viviamo coperto di cemento. Una serata a tema, nel cuore della resistenza anti-TAV, ci addita
il valore politico tout-court del
governo dei fatti territoriali.
Il Nuovo Municipio "ci mette la faccia"
Il "web 2.0" non serve solo per
chiacchierare o curiosare nelle case altrui, ma anche a dare visibilità e
capacità di interazione creativa a gruppi ed eventi che, senza di esso,
resterebbero confinati nelle nicchie anguste e sterilizzanti dell'incontro
casuale. Anche
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