Newsletter
settimanale della Rete del Nuovo Municipio
n. 132,
5 Marzo 2009
Cari Reticolari,
questo numero della newsletter viene inoltrato
in modo avventuroso: il crash contemporaneo di tutti i calcolatori in uso alla
funzione comunicazione della Rete ci ha obbligato a ricorrere alla solidarietà
di amici e parenti per rispettare il nostro appuntamento settimanale. Facendo
di necessità virtù, abbiamo pensato di dedicare l'apertura ad un tema che,
oggi, gode di molta popolarità ma per le ragioni sbagliate: quello della
"democrazia digitale", qui intesa non come pratiche di democrazia in
cui la socialità digitale si affianca o si sostituisce a quella ordinaria ma -
in modo forse più banale e sostanziale - come democraticità problematica dell'accesso
alle risorse della comunicazione digitale (quello che la Banca Mondiale chiama
"digital divide"). Speriamo, con questo, di ricordare l'urgenza di
decisioni coraggiose sul punto - pena il riproporsi indefinito di disfunzioni
come quella che ci è appena occorsa.
DAI
VIRUS AL BENE COMUNE
Da vari anni, nella comunità degli utilizzatori di computer, si è fatto strada il sospetto che i virus informatici - quelli per fronteggiare i quali ciascuno di noi deve impegnare ogni giorno una parte significativa delle proprie risorse temporali e finanziarie - siano strumenti messi in campo dalle stesse case produttrici di software per dissuadere il pubblico dall'uso di copie contraffatte dei loro programmi. L'argomento, decisamente persuasivo, è confortato dal fatto che i virus non esistono su piattaforme nelle quali la distribuzione e l'uso del software sono liberi - vuoi perché una singola major li controlla al 100% insieme a quelle dell'hardware, vuoi perché utilizzano solo prodotti "open source" per le quali non esistono gradi differenti di autenticità. Al di là di ogni valutazione sulla fondatezza di questa analisi (per cui dobbiamo di necessità rimandarvi a discussioni molto più avanzate e circostanziate), da essa apprendiamo in ogni caso che esiste un modo pratico e sicuro per scavalcare del tutto il problema, vale a dire affidarsi a piattaforme di programmazione che non ammettano authorship, brevetti commerciali e quant'altro ostacoli la libera circolazione della conoscenza e delle capacità digitali. Considerato il loro grado di diffusione, e quello di dipendenza delle nostre attività quotidiane dalla disponibilità e dall'efficienza di questi strumenti tecnologici, la prospettiva assume un'importanza primaria, che va ben al di là dei superficiali impegni alla conversione al "software libero" assunti - con convinzione inversamente proporzionale alla frequenza - da pletore di amministratori pubblici, dirigenti di cooperative sociali e manager del terzo settore: qui si tratta di restituire il controllo di mezzi di produzione di diffusione globale (virtuali, ma poi mica tanto) ai loro stessi utilizzatori, sottraendolo una volta per tutte alle insondabili oscurità di messaggi d'errore preconfezionati che, anziché chiarire, nascondono deliberatamente la natura dei problemi. Crediamo sia venuto il momento di muovere passi concreti per liberare - mediante l'assunzione concreta di responsabilità da parte di tutti gli attori pertinenti - gli strumenti grazie ai quali noi al momento scriviamo, e voi leggete queste righe; riqualificandoli, magari, come veri e propri beni comuni; a disposizione di tutti.
Si
chiude oggi a Roma il corso per una economia eco-solidale
Le pratiche dell'economia
"altra" - le cui priorità, invece che crescita e profitto, sono il
rispetto dei diritti e della riproducibilità delle risorse naturali e sociali -
sono ormai un multiverso, in sviluppo costante a dispetto delle
"crisi" che affliggono la sua controparte ordinaria. Un lungo (e
gratuito) percorso
formativo nella Città dell'Altra Economia prova ad esplorarlo - e a promuoverlo.
Domani a Firenze partecipazione e governo del territorio fra riconoscimento e
normalizzazione
Quello dell'istituzionalizzazione, per le
pratiche partecipative, è un esito cercato tenacemente da molti in molti
ambiti: primo fra tutti il governo del territorio, in cui la natura tecnica
delle decisioni esige una forte integrazione delle diverse forme dei processi
decisionali; ma quali sono le prospettive, e quali i rischi connessi? Un
catalogo di risposte e di proposte in questo seminario
pubblico.
Dal lamento estemporaneo al progetto corale: Sabato a
Milano il concerto di "LamentaMI"
Novità,
lamentarsi fa bene: non solo migliora l'umore, ma serve a mettere sul tappeto i
problemi dominanti delle comunità e delle città. È la tesi di un gruppo di
artisti che raccoglie le lamentele individuali, le organizza e le mette in
musica - producendo qualcosa di molto più serio dei soliti "cori di
proteste". Se volete vedere la partitura, andate sulla nostra pagina delle news.
Canegrate partecipa: il 9 la presentazione del
Bilancio condiviso 2009
Un esempio
virtuoso, fra tanti, della possibilità di integrare le scelte
dell'Amministrazione con i desideri, i bisogni e le prospettive dei cittadini,
dando luogo a processi di ascolto reciproco che mettono capo ad un'oggettiva
crescita della comunità: fra i nostri appuntamenti la locandina dell'evento conclusivo
del progetto, su canegrate-partecipa.org la sua storia e la sua documentazione.
Il 12 Marzo il
prossimo incontro milanese sull'acqua bene comune
Inutile negarlo, in tempi di crisi un
meccanismo collettivo di rimozione affligge tutti i problemi la cui portata va
al di là dell'emergenza immediata; eppure quello dell'accesso all'acqua è tema
qualificante delle scelte di "sviluppo" a lungo termine su cui si
gioca proprio la partita della crisi: due
incontri cercano, nella
Milano ormai non più "da bere", di risvegliare le coscienze e
rilanciare l'impegno.
Scopi, ambiti e metodi della partecipazione: prosegue
fino ad Aprile il corso di Bologna
Quando lo vediamo, sappiamo tutti
riconoscere un processo partecipativo; ma qual è il tratto realmente innovativo
che accomuna le pratiche e le politiche della nuova democrazia rendendole un
modo alternativo di concepire le relazioni politiche e sociali? Prova a
rispondere un corso
di formazione promosso da
CAmInA - col supporto teorico e operativo del Nuovo Municipio.
A Firenze il 2 e 3 Aprile
studiamo la democrazia
partecipativa
Partecipare fa sempre bene; ma quali sono
i contesti (normativi, socioeconomici, culturali) in cui può incidere effettivamente
sulla vita e sul futuro delle comunità? Quali sono gli scenari di integrazione
e/o di conflittualità della partecipazione rispetto al sistema della
rappresentanza? Prova a rispondere un convegno che - col supporto della Rete - si chiede prima
di tutto "che fare?".
Da Gennaio il Nuovo Municipio "ci mette la
faccia"
Il "web 2.0" non serve solo per
chiacchierare o curiosare nelle case altrui, ma anche a dare visibilità e
capacità di interazione creativa a gruppi ed eventi che, senza di esso,
resterebbero confinati nelle nicchie anguste e sterilizzanti dell'incontro
casuale. Anche la Rete si è da poco dotata di questo strumento: venite a trovarci
sul social network "FaceBook", c'è da
sentirne - e da dirne - delle belle.
"La Partecipazione in Comune": nasce un
premio della Rete per le buone pratiche locali
È un'idea che
accarezziamo da anni, quella di istituire un premio per quanti - alle diverse
scale locali - lavorano alla promozione e alla costruzione della democrazia
partecipativa: un premio non celebrativo ma propositivo, non alla memoria ma alla pratica; finalmente, pare che quest'anno ci siamo riusciti:
tutti i dettagli e le modalità di partecipazione sono nella nostra pagina delle news.
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