Verbale riunione nodo toscano-umbro 01.10.2004
Il giorno 01.10.04 a Empoli presso il Cenacolo degli Agostiniani alle ore 16 si è riunito il nodo toscano-umbro con il seguente ordine del giorno:
Presenti: Alberto Magnaghi, Mercedes Frias, Claudio Bicchielli,
Lucia Vella, Rita Marazita, Claudio Fornai,
Giancarlo Paba, Cristina Bevilacqua, Pietro Toesca, Franco Insalaco,
Rossano Pazzagli, Giampaolo Pioli, Silvia Vugliano, Fiorella Bomè, Sandro
Bartaloni, Vinc
Alberto Magnaghi:
apre l’assemblea illustrando l’ordine del giorno e presentando Mercedes Frias e Claudio Bicchielli, nuovi assessori di Empoli.
Proposta da formalizzare in occasione dell’assemblea
nazionale dei soci: l’assessore all’ambiente, diritti di cittadinanza, pari
opportunità e
Formula un bilancio positivo
dell’impegno della rete toscana sull’appello per le elezioni e i loro risultati
(tranne Arezzo dove tuttavia si svilupperà il lavoro avviato dal Forum) con
nuove iscrizioni di comuni che rafforzano il nodo toscano; con la
moltiplicazione degli assessorati alla partecipazione;
Proposte
-affrontare i
temi dei tagli alla spesa locale in forme non solo di protesta ma per inventare
nuove economie locali mobilitando la società locale e aumentando
l’autogoverno municipale;
-
formalizzare le aree di
suddivisione territoriale del nodo toscano-umbro, per affrontare meglio le
tematiche specifiche di area;
- formazione di un gruppo di lavoro per elaborare le tesi di un appello ai candidati alle elezioni regionali toscane della prossima primavera;
- puntualizza una serie di punti che la rete dovrebbe proporre ai comuni per i processi partecipativi sui seguenti temi:
1. proposizione di sede unica e strutturata con valore
deliberativo e carattere continuativo(non ex post su singoli problemi, ma
estesa su tutto il processo: formazione delle conoscenze del luogo e dei suo
statuti, formazione degli scenari di futuro, articolazione e gestione dei
progetti, ecc);
2. includere lo statuto partecipativo negli statuti comunali;
3. limiti nell’affrontare temi marginali su obiettivi già
decisi e necessità di affrontare a tutto campo gli scenari di futuro su
politiche ancora da definirsi;
4. articolare l’istituto di partecipazione su temi specifici e
con attori diversi, senza perdere l’unitarietà del processo;
5. protagonismo nei processi partecipativi dei soggetti non
istituzionali, che debbono condurre i processi stessi; le istituzioni come
garanti;
6. assegnare risorse specifiche ai processi partecipativi
strutturati;
7. dare spazio ai saperi locali e contestuali di partecipanti ,
rispetto ai saperi esperti che sovente allontanano la partecipazione;
8. privilegiare gli attori sociali deboli e sottorappresentati
nei processi negoziali e nella formazione degli scenari.
Legge infine una nota di David Fanfani sulla
situazione pratese dove si evidenzia la possibilità di costituire un nodo della
rete in Val di Bisenzio (Laboratorio ANCI, conferenze d’area del PTC) con la
Provincia di Prato, e a Prato (Forum civico di progettazione partecipata-ARCI,
Forum “Città, territorio e società”, 5 laboratori di progettazione
partecipata nelle frazioni promossi dal Comune)
Claudio Bicchielli (assessore Empoli)
Occorre capire che cosa si sta muovendo dopo le recenti elezioni, su che cosa intendano lavorare i nuovi amministratori. Il programma è di impegnarsi concretamente sui punti elencati dal presidente affinché prenda avvio un reale processo costituente che ricrei un rapporto positivo e costruttivo tra amministratori e cittadini.
Giampaolo Pioli (sindaco di Suvereto)
Il sindaco di Suvereto conferma l’avvio del percorso di adesione del comune alla Rete del Nuovo Municipio, già avviato dal predecessore Rossano Pazzagli.
Il comune si è assunto il ruolo di stimolo nel territorio sui temi della partecipazione, dei nuovo statuti comunali, , dell’Agenda 21.
Suvereto fa parte dell’altro circondario toscano, il Circondario della Val di Cornia.
I comuni del circondario lavorano ad un Piano Strutturale di Circondario ed un Documento di indirizzi molto forte. Tra l’altro già in fase elettorale si era costituita per la cui attuazione è costituita una assemblea programmatica.
Già nella creazione del programma elettorale movimenti e
partiti sono riusciti a dialogare creando un progetto condiviso, un dibattito
avanzato anche sul tema della riconversione industriale. Sottolinea
l’importanza della riconversione del modello di sviluppo sui temi legati alla
valorizzazione del territorio, ma sottolinea l’importanza del tema del rapporto fabbrica–città in relazione
alla situazione di Piombino dove 3500 famiglie sono legate ad una tradizione
Vinc
- Lamenta la scarsa attenzione rivolta al Social Forum che si svolgerà a Londra:occorre partecipare, è un appuntamento importante, partito un po’ in sordina ma che adesso si prevede molto partecipato. La rete potrebbe redigere un documento da presentare in quell’occasione.
- Esiste concreto il rischio che la classe politica non riesca a mantenere vivo il contatto con la gente: nonostante la vitalità dei movimenti non c’è stata una vera riforma della politica , ma un arretramento (bocciato ad esempio nello statuto il tema sulle famiglie di fatto).
- Elezioni regionali: non fare proselitismo ma essere aperti e disponibili nel portate il nostro contributo ai vari tavoli propositivi che si stanno aprendo in vista delle elezioni regionali. La rete però ha la sua specializzazione, il suo primato sulla partecipazione che attraversa trasversalmente ogni tematica. Su questo dobbiamo con chiarezza dare linee e prendere posizioni.
Marco Della Pina (Università di Pisa)
-
Importanza di aprire processi partecipativi sui beni
comuni acqua, energia rifiuti. Il 4 ottobre si riunisce in Regione l’organismo
tecnico per il patto strategico sui rifiuti: i cittadini non saranno presenti.
La Regione, senza neppure prendere atto del fallimento del passato, elabora un
patto strategico con percorsi blindati. Nei prossimi anni si investiranno
1500 miliardi di vecchie lire, 1000 dei quali in inceneritori. Per questo si
chiede a tutti di sottoscrivere un documento (di cui legge alcuni passi) già
sottoscritto da WWF Forum ambientalisti ed altri, che propone
concrete alternative a monte degli impianti
nella produzione dei rifiuti (rifiuti zero nel 2020); attuando una
moratoria sugli impianti. Propone di rafforzare gruppi tematici,
in particolare sulla nuova legge di governo del territorio della Regione.
Rossano Pazzagli (coordinatore nodo maremmano)
-
L’assemblea nazionale della Rete prevista per il 30
ottobre a Bologna (spostata al 13
novembre) è un appuntamento importante ad un anno dalla nascita della
stessa. Dovrebbe far emergere una crescita dal punto di vista
dell’organizzazione anche del nodo toscano-umbro.
L’esigenza continua ad essere quella di dar voce a chi non è organizzato o non si sente rappresentato da niente, affiancare forme di democrazia diretta per dar voce ai cittadini; formare i nodi subregionali come cantieri della democrazia;
Nell’area costiera maremmana, in Val di Cornia, all’Isola d’Elba da molti luoghi giungono segnali importanti dell’esigenza di avviare percorsi nuovi.
- Continuare la riflessione sul “municipalismo buono”, sul federalismo ed il rapporto municipio/regioni e trovare metodi di scambio e confronto costruttivo per superare conflitti e divisioni che nei nostri territori si sono mostrati tra le stesse forze di sinistra.
Ornella De Zordo (lista
un’altra città un altro mondo, Firenze)
E’ assolutamente fondamentale che la Rete sia luogo di stimolo ed elaborazione. Il processo partecipativo deve essere visto nell’insieme o si rischia che sia relegato alla definizione dei dettagli di programmi decisi da altri in altri luoghi.
Abbiamo chiesto di aderire alla
Rete nella forma di gruppo consiliare di opposizione a
Firenze, dal momento che si da una valutazione negativa dei processi
partecipativi istituzionali. Bisogna aprire la partecipazione alla rete a
soggetti diversi.
Pone il problema di come occorre iniziare a lavorare, come ci si confronta, quando ci sono decisioni programmatiche già prese nel programma elettorale dell’amministrazione.
Mercedes Frias (assessore
Empoli)
Registra la formazione di molti assessorati alla partecipazione, ma proprio per questo bisogna fare attenzione alle mode: Corriamo il rischio di non capirci sulla parola partecipazione. Dobbiamo darle sostanza per impedire che si dia vita a strutture che non hanno potere, fondi possibilità d’azione.
C’è una tendenza forte a vedere la partecipazione come processo comunque governato dall’alto mentre la collocazione non dovrebbe fare la differenza.
In molti paesi del sud america, a Santo Domingo per esempio, c’è nei cittadini un forte senso di responsabilità sociale che non corrisponde però ad un altrettanta sviluppata coscienza di essere soggetti di diritto. Da noi ormai è forte la coscienza di diritto che però diventa delega priva di corresponsabilità.
Il processo partecipativo deve essere reciproco, dall’alto e dal basso nello stesso tempo.
Fa l’esempio dei danni del protezionismo
dei coltivatori del nord come impoverimento di quelli del sud del mondo
Giancarlo Paba (università di
Firenze, LaPEI)
E’ fondamentale analizzare, monitorare il già esistente:
- Costituire le articolazioni territoriali del nodo. Accade sempre più spesso che i comuni si mettano insieme e si coordino per lavorare a livello territoriale, occorre dunque tematizzare questa spontaneità dei consorzi di comuni che collaborano intorno a temi specifici. Bisogna osservare, curare, far diffondere questi percorsi spontanei di aggregazione e connetterli con le attività di ricerca delle università, come già accade ad esempio, nei comuni dell’Amiata sul tema del ripopolamento della montagna.
- Il rischio è che la rete che per adesso è per lo più rete di relazioni inter-istituzionali, tra i cittadini e la società locale rimanga “clandestina”.
Occorre far arrivare ai cittadini l’idea che i problemi possano essere risolti con percorsi e risorse nuovi, diversi.
Fiorella Bomè (Attac)
Il comune di Certaldo ha aderito già da un po’ alla Rete ma di questo i cittadini non sanno niente. Bisogna lavorare affinché i cittadini abbiano gli strumenti necessari per essere protagonisti, fare informazione, calare la partecipazione dall’alto al basso, alle donne, non sui dettagli, ma sugli scenari dello sviluppo. Sottolinea l’importanza del tema dell’informazione e della formazione dei gruppi tematici.
Cristina
Bevilacqua (assessore partecipazione Comune di Firenze)
Serve in questo
momento di crisi di sindacati, associazionismo, ragionare e studiare nuovi
strumenti per la partecipazione al di la delle già
avviate consulte. Riflettere insieme sugli aspetti normativi. Ragionare sul
rapporto tra partecipazione e città metropolitane, quartieri e municipalità,
dando molta importanza al rapporto con i quartieri. Deve esserci una
trasversalità del lavoro al di là della specifica
delega di un assessore, per realizzare un rapporto dialettico fra democrazia
partecipativa e amministrazione. La proposta dell’appello per le regionali è
molto interessante.
Francesca Rispoli (Università di
Firenze, LaPEI)
In provincia di Siena, dalla Comune di Bagnaia, con i vari comitati “contro” è nato un dibattito, un lavoro di confronto molto interessante che vuole coinvolgere anche l’amministrazione comunale di Sovicille, vista la disponibilità del nuovo sindaco.
Beppe Croce
(Legambiente Arezzo)
Nodo aretino: a
luglio si è vista una grande mobilitazione sui
contratti di quartiere che ha ottenuto l’obiettivo di far mutare gli indirizzi
precedentemente presi dalla giunta. A breve, riprenderà il laboratorio: è
dunque prematuro individuare un responsabile. Il laboratorio si configura come
rete, dove rappresentanti di istituzioni, politici,
cittadini, si presentano a titolo personale.
I quattordici
tavoli regionali per il “patto per lo sviluppo” lavorano separati, senza una
visione d’insieme: bisogna lanciare il tema delle politiche integrate.
Per quanto riguarda i temi dei rifiuti e dell’energia e bene lavorare e riflettere a livello nazionale. Ritiene che la Toscana in materia di rifiuti non stia facendo niente e dunque bisogna fare gli inceneritori.
La rete deve dare un supporto a livello metodologico sulle nuove forme di democrazia, non deve avere necessariamente una posizione sui singoli temi.
Marco Gottini (Social
forum di Piombino) e Giovanni Allegretti (Università di Firenze, LaPEI)
ci faranno avere al più presto i loro interventi.
Pietro Toesca
(Rivista Eupolis)
Propone un
dibattito sulla partecipazione che evidenzi la necessità di affrontarla come
espressione dei mondi della vita quotidiana, delle relazioni concrete e dei
bisogni emergenti da queste relazioni; propone di realizzare un rapporto con la
rivista Eupolis che potrebbe ospitare riflessioni generali (dato il carattere
della rivista) sui diversi temi trattati dalla rete
Alberto
Magnaghi (presidente rete)
- Propone di avviare l’articolazione territoriale del nodo toscano ( promuovendo l’autonoma costituzione del nodo umbro) e relativi responsabili:
-nodo maremmano (referente Rossano
Pazzagli)
-nodo fiorentino(referente Giancarlo
Paba)
-nodo pratese (referente David
Fanfani)
-nodo empolese-valdelsa(referente
Claudio Bicchielli).
In
via di definizione il nodo aretino, del Mugello, Senese (Rispoli) e quello della costa Pisa/Massa. (Dalla Pina)
-
Propone la formazione dei Gruppi di lavoro tematici
(si invitano gli aderenti alla rete a fornire le proprie disponibilità):
-programma regionale per le elezioni:
federalismo municipale (referente A.
Magnaghi);
- nuove forme della partecipazione e
informazione ( referenti Bomè, Paba)
- economie locali e nuove forme di consumo,
laboratori di economia solidale ( referente Rispoli)
- migranti, diritti di cittadinanza,
città multietnica (Frias, Striano, Perrone)
I gruppi di lavoro tematici
potrebbero già fornire dei contributi sui singoli temi per integrare il
documento programmatico (in allegato) della commissione nazionale coordinata da
Giorgio Ferraresi per l’assemblea nazionale del 13 novembre.