L’istituzione
di un Ufficio di Coordinamento Provinciale per la Pace esprime la volontà
dell’amministrazione provinciale di svolgere una funzione di coordinamento e
propositiva in materia di sensibilizzazione ed informazione sui temi della pace
e della cooperazione fra il Nord ed il Sud del mondo. Tali finalità prevedono
degli impegni precisi: l’affermazione di una cultura pacifista e non violenta;
il fare proprio il concetto di cittadinanza mondiale (a tal fine è necessario
operare sia dal punto di vista della valorizzazione culturale dei fenomeni di
migrazione contemporanei, sia favorendo un processo di riequilibrio fra il Nord
ed il Sud del mondo attraverso la cooperazione internazionale); la promozione
di stili di vita consapevoli che prendano in considerazione la finanza etica,
il consumo critico (dal commercio equo e solidale, al turismo responsabile
ecc.).
Ciò
significa dotarsi di strumenti di Pace, di una cultura che sappia governare i
conflitti senza negarli o peggio reprimerli: una cultura che privilegi le
relazioni, la convivialità, rispetto all'individualismo.
Questo
significa rendere comuni a tutti gli esseri umani ed allo stesso tempo
allargare la sfera dei bisogni tutelati dai diritti di cittadinanza, in un
percorso che, a partire dalla partecipazione di ognuno, porti a comprendere e
soddisfare i bisogni espressi; prepararsi culturalmente a comprendere ed agire
in un mondo globale, valorizzando principi quali la solidarietà e la
tolleranza; favorire le politiche pubbliche in materia di cooperazione
internazionale, di accoglienza dei migranti tramite il coordinamento dei Comuni
del Milanese e la formulazione ed analisi di quelle che andremo a definire come
buone prassi.
La
sfida che abbiamo di fronte non è solo una questione culturale, dobbiamo
creare una cassetta degli attrezzi a disposizione di tutti i cittadini,
ed in particolar modo di coloro che assumono una qualsiasi carica elettiva, che
consenta di agire la Pace. Lavorare attivamente contro ogni guerra non è
compito da professionisti del pacifismo, la Provincia si impegna a fornire
strumenti concreti che consentano ad esempio il dispiegarsi di azioni di
diplomazia dal basso, valorizzando l'esperienza ed il contributo delle
associazioni attive sul nostro territorio, promuovendo l'informazione relativa
ai vari conflitti in corso nel mondo, cercando di agire concretamente sulle
sofferenze dei popoli ostaggio delle guerre e sostenendo le campagne e le
mobilitazioni per una risoluzione pacifica dei conflitti in corso.
L'obiettivo
di lungo periodo è proporre il nostro territorio quale sede naturale per gli
incontri fra gli esponenti delle società civili in conflitto, sul modello di
quanto avvenuto a Ginevra fra Israeliani e Palestinesi, alla ricerca di
soluzioni spendibili nell’immediato, ma non disdegnando di raccogliere più in
là nel tempo i frutti di quanto seminato sul piano del dialogo e
dell'instaurazione di un nuovo intreccio di relazioni fra esponenti di comunità
ad oggi in lotta fra loro.
Centrale
nel perseguire questi scopi è il ruolo che può svolgere il progetto della Casa
della Pace. Questo luogo si rende necessario per offrire continuità di lavoro e
di relazione fra soggetti diversi fra loro quali i vari Enti Locali interessati
a sviluppare politiche attive di pace e le associazioni del variegato mondo
pacifista presenti sul territorio. Una Casa che si deve attrezzare per poter
essere sia sede di incontri e convegni di grande richiamo, e che quindi debba
poter contare su almeno una sala da tre/cinquecento posti; sia sede, attraverso
una pluralità di sale più piccole, di seminari, workshop e soprattutto corsi di formazione. Questa seconda
tipologia di attività si caratterizza nel cercare di formare operatori
preparati nel campo della cooperazione internazionale, come di sperimentare
percorsi formativi nuovi che siano utili ai soggetti sociali che vogliano
perseguire la pratica della diplomazia dal basso (inoltre una tipologia di
corsi che è opportuno svolgere in maniera continuativa sono quelli di lingua,
questo per venire incontro sia alle esigenze delle figure precedentemente
indicate, sia per cercare di operare attivamente alla valorizzazione dei
processi migratori in atto sul territorio e facilitare gli scambi e le
relazioni fra le differenti culture).
La
Casa della Pace inoltre ha come scopo quello di dotarsi di un Centro di
Documentazione e di gestire una biblioteca multimediale specializzata per la
fruizione di libri, riviste, DVD/VHS e cd-rom di consultazione pubblica; e di
essere luogo di mostre delle diverse arti visive.
Gli
interventi promossi in proprio o in collaborazione e partecipazione con altri
Enti Locali che si propone di realizzare e/o sostenere sono:
·
Attività
ricreativo-culturali
·
Dibattiti
e convegni
·
Interventi
di cooperazione internazionale
·
Interventi
di formazione
·
Iniziative
a sostegno del consumo critico e del commercio equo e solidale
·
Mostre
·
Pubblicazioni
di ricerche e studi
·
Campagne
e attività di solidarietà
·
Gemellaggi
internazionali
Breve periodo
Nel
corso degli ultimi tre mesi dell'anno 2004 scopi principali dell'Ufficio Pace
della Provincia di Milano saranno:
1. Adesione ad Enti
Locali di Pace;
2. Istituzione dell’Ufficio di Coordinamento delle Politiche di Pace della Provincia di
Milano;
3. Operare una ricognizione e consultazione fra tutti i Comuni del Milanese, con
particolare attenzione a quelli aderenti all'iniziativa Enti Locali per la
Pace. Tale azione assume un duplice significato: da un lato serve a
conoscere la pluralità di iniziative a tema Pace in campo nella provincia, il
modo di operare degli Assessorati Comunali Pace (ove presenti), la situazione
del Tavolo Provinciale della Pace ed un suo rilancio di discussione ed
operativo; d'altro canto serve ad instaurare un rapporto di dialogo che
consenta all'Assessorato di operare nel ruolo, che gli è proprio, di
coordinamento, indirizzo e diffusione delle iniziative a livello locale. Questo
primo compito dovrebbe esaurirsi entro il mese di settembre;
4. Operare una ricognizione e consultazione fra tutti i soggetti associativi del
Milanese che in questi anni si sono adoperati sul tema della pace. Scopi:
la proposta di un tavolo di coordinamento fra gli Enti Locali del Milanese
interessati e le associazioni sul tema della pace, la condivisione del progetto
Casa della Pace. Compito da esaurirsi entro il mese di settembre;
5. Produzione
di un'analisi e pubblicazione delle prime buone prassi
in materia di policy a tema pace, contenente una seconda parte di bibliografia ragionata sul tema.
Obiettivo che dovrebbe essere valorizzato a partire dagli incontri con i
Comuni, e che dovrebbe andarsi a compiere nei mesi di ottobre e novembre;
6. Creazione
della biblioteca multimediale (della
futura od in essere) Casa della Pace.
Biblioteca per sola consultazione: a meno di non riuscire a trovare i fondi
necessari o di gestirlo in comune con le associazioni è da evitare la
possibilità del prestito perché molto onerosa, si potrebbe pensare di
utilizzare un timbro tipo «Proprietà pubblica e condivisa – leggimi e riportami
dove mi hai trovato» da applicare sulla copertina del materiale non
autoprodotto al fine di scoraggiare la sottrazione dello stesso alla Casa;
7. Convegno
promosso dalla Provincia
di Milano dal titolo «Azioni di Pace –
Costruzione di un'idea condivisa e positiva di Pace», da tenersi durante la
seconda decade di dicembre. Sarebbe auspicabile che si svolgesse nella Casa
della Pace già aperta;
8. Per quanto attiene al progetto Casa della Pace, è auspicabile avere al
più presto una definizione certa della sede, ma allo stesso tempo per
rilanciare il progetto sarebbe opportuno avere un link sul sito della Provincia che contenga alcune indicazioni sul
progetto, ma in particolare un formulario, che potremmo titolare «Costruisci la
tua Casa della Pace». Formulario che oltre a risposte a scelta multipla possa
prevedere almeno un campo finale libero per l'invio di un breve commento o
suggerimento. Una volta individuata la struttura sarebbe opportuno mettere in
rete una planimetria dello spazio e procedere ad una costruzione della casa
partecipata dal popolo della rete (dando la possibilità di attribuire ad ogni
spazio una funzione). Nel complesso questo punto si può articolare
temporalmente come segue:
8.1.
entro
metà settembre, progetto e formulario in rete;
8.2.
da
dieci giorni dopo la definizione dello spazio alla presentazione del progetto
operativo di Casa della Pace, planimetria in rete;
8.3.
analisi
costante dei dati ricavati dal formulario e successivamente dalla planimetria;
9. Istituzione
della Casa della Pace. Attività all’interno della Casa della Pace (seminari e corsi di
formazione con temi quali la pace e la cooperazione ecc.). Al momento
dell’apertura ufficiale della Casa della Pace è da prevedersi un apposito convegno che ne esplichi le funzioni e
rilanci le ragioni che ne hanno portato all'istituzione, tale incontro di
carattere maggiormente formale e finalizzato ad essere attraente verso i mezzi
di comunicazione di massa (rispetto a quanto previsto al punto 7), dovrebbe
connotarsi per una qualificata presenza istituzionale come di personaggi del
mondo della cultura e dello spettacolo. Per quanto riguarda la tempistica è da
ritenersi ovviamente subordinata alle decisioni in via di definizione circa la
Casa della Pace.
PartecipiAMO
l@ Provincia (o la
democrazia)
La sfida che abbiamo
raccolto in campagna elettorale sulla partecipazione delle cittadine e dei
cittadini è impegnativa. La nostra scelta ora è osservata da molte realtà
amministrative e dai soggetti più cangianti della nostra provincia: non
possiamo deluderli!
La partecipazione può
rappresentare la chiave di volta per riuscire a penetrare a fondo nella
formazione sociale della Provincia di Milano, cambiando la relazione pessima
tra cittadini e istituzioni, in un rapporto inedito basato sulla partecipazione
diretta delle persone nella vita amministrativa e sulla trasparenza ed
efficacia della stessa.
Il ruolo istituzionale ex lege della provincia determina un processo di partecipazione in larga misura da ideare, vista l’impossibilità di mutuare le sperimentazioni avviate in molti Comuni italiani. Il Bilancio Partecipativo e la partecipazione non sono modelli prêt-a-porter, ma strumenti sensibili e plasmabili in relazione alle proprie dinamiche sociali.
Nel nostro programma, oltre
al coordinamento delle politiche partecipative dei comuni, indichiamo la
nascita di un progetto di partecipazione che abbia come cuore la Provincia di
Milano. Detto progetto partirà nel 2005, ma già da settembre possiamo far
partire questa avvincente sperimentazione.
Filosofia d’
intervento
La globalizzazione, che
determina la contemporaneità delle relazioni sociali, ha impoverito nell’arco
di pochi anni le istituzioni democratiche, dallo Stato alle amministrazioni
comunali. La ricaduta più vistosa è la crisi della rappresentanza, che non si
registra solo nel momento del voto, ma in una più generale sfiducia nelle
istituzioni e nei partiti e nella loro capacità di influire positivamente sulla
quotidianità.
I movimenti, le
associazioni, i sindacati, i partiti democratici e pezzi della società civile
hanno individuato un antidoto alla separatezza tra corpo politico e società: la
partecipazione.
La partecipazione alla vita
politica ed alle sue scelte più stringenti da parte delle donne e degli uomini
che vivono o attraversano i nostri territori, i nostri luoghi e non-luoghi, può
spezzare lo iato imposto dal neoliberismo in salsa berlusconiana.
I nostri obiettivi sono molteplici e multiforme, non solo avvicinare la società alla politica, ma attraverso la partecipazione avviare una stagione di profonda innovazione della pubblica amministrazione, dove il contributo, le idee, la creatività dei protagonisti sociali renda la complessa macchina burocratica più efficace ed efficiente.
La partecipazione –autentica- ha un costo, vale a dire la cessione di un pezzo di sovranità. Non considerandoci degli “unti dal signore”, la possibilità di dare, a chi affronterà il viaggio nelle impervie vie della partecipazione, la capacità di scelta non rappresenterebbe un ostacolo, ma una implementazione della validità della nostra azione.
La partecipazione, laddove praticata idoneamente, ha evidenziato un rafforzamento della democrazia rappresentativa, un miglioramento delle buone prassi amministrative ed una maggiore predisposizione degli attori sociali ad interagire con soggetti altri e ricercare soluzioni anche mediate da più interessi.
I progetti di partecipazione prodotti a livello mondiale hanno avuto uno sviluppo lento e graduale, con meccanismi perfettibili e permeabili. La promozione, la conoscenza, lo sviluppo delle politiche partecipative sono sempre state accompagnate da una comunicazione semplice e diretta e da tecnici dell’Ente che spiegavano i meccanismi della complessa macchina amministrativa.
La funzione del territorio negli ultimi decenni è profondamente cambiata. Ora, tutto il territorio è definibile come produttivo. Non è solo il tipo di insediamento industriale o terziario a determinare la natura di una zona, perché tutta la zona produce valore in sé in questa epoca di transizione verso la post modernità. Quindi la nostra azione deve prevedere la condizione particolare e poliedrica del locale/globale milanese, prevedendo meccanismi di partecipazione duttili e modulabili.
La sperimentazione di politiche partecipative nel nostro territorio proiettato verso la postmodernità, si presenta come una prova che possiamo vincere. Radicare un percorso di partecipazione attiva della formazione sociale milanese, rappresenta la sfida più importante degli ultimi trent’anni. La società è cambiata intimamente, le forme del vivere contemporaneo sono eterogenee, il tessuto produttivo ha subito un mutamento sostanziale, i bisogni sono multiforme e l’alfabeto della politica spesso non è riuscito ad interpretare queste nuove tendenze. Un mutamento della nostra grammatica può riempire di senso il nostro agire politico e riempire di senso la parola democrazia.
Nei primi tre mesi (settembre/dicembre 2004).
Seminario rivolto ai dipendenti, quadri e dirigenti del neonato settore provinciale per una buona conoscenza delle linee guida dell’assessorato.
Nascita dell’Ufficio
Provinciale di Coordinamento delle Politiche di Partecipazione.
L’obiettivo di tale ufficio è di monitorare, coadiuvare, favorire e promuovere pratiche di partecipazione nei 188 Comuni della nostra Provincia.
Portare in Giunta e poi in Consiglio la delibera per l’adesione alla “Associazione del Nuovo Municipio” della Provincia di Milano e stabilire una relazione stabile con il nodo nord/ovest di detta associazione e con le realtà che lo compongono.
Fissare un calendario di incontri con le realtà (enti locali, associazioni, movimenti, sindacati e organismi culturali e sociali) interessate alle politiche di partecipazione della Provincia di Milano.
Nascita del Laboratorio
Provinciale della Partecipazione.
Il Laboratorio dovrebbe iniziare a squadernare sul territorio provinciale alcune questioni di interesse generale, inoltre, insieme agli attori sociali rappresentativi (oltre ai singoli cittadini e cittadine), mettere a tema le priorità di intervento ed elaborare un piano di partecipazione per il triennio 2005/07.
È prevedibile che entro il
2007 saremo in grado di elaborare una struttura pressoché solida delle forme di
partecipazione della Provincia di Milano, fermo restando la capacità di apporre
continue modificazioni nei punti fragili dell’impianto. Nei primi tre anni la
nostra sarà una ricerca/azione che navigherà su rotte non predefinite, in virtù
del ruolo precursore del nostro ente –come provincia- nella sperimentazione di
pratiche di PartecipAzione.
Il Laboratorio sarà animato da figure che sul piano provinciale lavorano da anni alle più variegate forme di partecipazione ed inclusione sociale e anche dai tecnici dell’ente.
Vista la specificità della provincia come ente intermedio, le assemblee sulla partecipazione si faranno su scala comunale e provinciale, con meccanismi di incidenza sulle scelte amministrative diversificati a seconda delle percentuali di partecipazione e in base ad alcuni indici afferenti la tipologia sociale o municipale con dispositivi premiali.
Nel 2005 il Laboratorio dovrà essere il cuore delle sperimentazioni delle forme partecipative. Tra cui il Bilancio Partecipativo. Possiamo ipotizzare di fissare nel 2005 per il 2006 il 3% delle Spese di investimento e così a scalare negli anni successivi in virtù degli indici di partecipazione registrati. Si può ipotizzare una tabella che incroci gli indici di partecipazione con la quota da destinare alle scelte delle cittadine e dei cittadini. Il laboratorio stilerà anche il regolamento delle assemblee della partecipazione, non solo del BP, che sarà poi sottoposto ai Comuni interessati, ai soggetti politici e ai singoli cittadini/e per la approvazione.
Il laboratorio elaborerà anche dei work-shop, delle ricerche e degli approfondimenti sulle materie importanti che attraversano le politiche partecipative.
Sarà importante fare partire nei mesi autunnali un primo progetto (una ricerca/azione) per incominciare ad analizzare la permeabilità del tessuto sociale metropolitano.
Un convegno internazionale sulla partecipazione (di due giornate nell’ultima settimana di ottobre). Convegno che porti la Provincia di Milano come soggetto principale delle politiche partecipative su scala europea e mondiale e che presenti il proprio Piano Partecipativo “partecipiAMO la democrazia o la provincia”. I cui atti, insieme a dei singoli contributi, saranno poi pubblicati in forma di libro.
Aderire ai programmi delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea sulla good governance e government e sulla partecipazione.
Iniziare le pratiche con la provincia di Barcellona per un “gemellaggio”, che abbia più la forma della partnership, per iniziative comuni sulla partecipazione, ed, inoltre, ricerche e sviluppo di azioni innovative di partecipazione e government.
Monitorare e sviluppare relazioni con tutte le realtà europee e mondiali che hanno adottato forme di partecipazione tra le loro linee di programma. Una particolare relazione è da fare nascere con Porto Alegre, sarebbe auspicabile anche qui un gemellaggio.
Nascita del sito “PartecipiAMO la provincia”. Sito in cui tutta l’attività dell’ente relativa alle politiche partecipative sia presente. Si formi una comunità “virtuale” sulla partecipazione, aperta ed includente. Nel sito ci si potrà iscrivere e diventare membri delle assemblee della partecipazione. Sarà nostra cura mandare a domicilio la tessera. La tessera, ovviamente, sarà distribuita anche durante le assemblee stesse.
Promozione delle attività partecipative attraverso della pubblicità in forme classiche e nuove.
Queste sono le principali linee di governo dell’assessorato alla partecipazione. È del tutto evidente che vista la materia e la creatività derivante dai futuri e vari brainstorming, non possiamo cristallizzare il nostro programma fino a dicembre siffatto. Nel caso in cui in corso d’opera uscissero idee, progetti e ricerche perseguibili e partecipabili allargheremmo le nostre linee di programma.
LE POLITICHE GIOVANILI
Le ipotesi di lavoro per questi pochi restanti mesi dell'anno 2004 sono relative
a tre principali direttrici:
-la creazione degli ambiti e degli strumenti di lavoro ed elaborazione che accompagneranno
questa delega per tutto il tempo della sua durata e che supporteranno
innanzitutto la realizzabilità di quanto previsto all'interno del programma di
giunta;
-l'indagine e la ricerca dei possibili terreni della sperimentazione e dell'innovazione, anche oltre ciò sino ad oggi previsto nel programma elettorale;
-la discontinuità, intesa come necessità di segnali concreti ma anche fortemente simbolici sul piano dell'immaginario e della dimensione pubblica della discontinuità e diversità con cui questa giunta provinciale succede alla precedente.
1. Strumenti di partecipazione, consultazione, orientamento
In linea col programma elettorale riteniamo sia necessario costruire degli strumenti
permanenti di consultazione, partecipazione e orientamento.
Crediamo sia un atto di serietà,
lungimiranza, un atto d'investimento da parte di questa giunta provinciale
oltre anche se stessa. Dotare la struttura di questo assessorato di diversificati
strumenti di partecipazione, che contribuiscano a determinare le politiche
giovanili, significa non solo realizzare, nel concreto e a vari livelli, quel principio
di partecipazione che in tanti invocano, significa soprattutto pensare
che la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza attiva sia una
forma di democrazia che dobbiamo sperare possa esistere oltre e nonostante le
durate delle specifiche amministrazioni. Dotiamo questo assessorato di
strumenti che possano andare anche oltre noi.
I propositi principali contenuti nel programma relativamente alle politiche
giovanili (carta giovani, agenzia per la casa, prestiti e mutui, consulta dei
giovani, sportello virtuale) sono intenti di grande respiro che sarebbe ingenuo
pensare di attivare e realizzare in tempi immediati. È invece assai concreto e
responsabile pensare di impiegare i primi passi in questo campo per creare i
presupposti atti alla realizzabilità di tali propositi. Strumenti di
consultazione, partecipazione e orientamento da un lato e percorsi di
sperimentazione su specifici terreni hanno il compito di andare in questa
direzione.
1.1 Tavolo di lavoro assessorile per le politiche giovanili
Si intende costituire, a partire sin dal mese di Settembre 2004, un tavolo di
lavoro per le politiche giovanili nella Provincia di Milano. Tale tavolo sarà
composto da uomini e donne a diverso titolo operanti e competenti nell'ambito
dei diversi aspetti di pertinenza e avrà funzione consultiva e di affiancamento
al lavoro dell'ufficio per le politiche giovanili. Le professionalità e
competenze coinvolte presteranno la loro consulenza a titolo non oneroso e
riceveranno specifica nomina da parte dell'Assessora per partecipare a suddetto
tavolo. Potranno inoltre essere invitate anche a titolo occasionale persone non
costantemente inserite nei lavori del tavolo.
È inoltre prevista, in una fase successiva, la costituzione di specifici gruppi
di lavoro tematici.
1.2 Tavolo di lavoro interassessorile per le politiche giovanili
Il programma di lavoro di questa giunta parla di giovani in relazione a diversi
aspetti: il lavoro, la cultura, lo sport, i trasporti, l'immigrazione e altri
ancora. È intenzione di quest'assessorato favorire,
nell'assoluto rispetto delle autonomie e competenze di ogni collega, lo scambio
di informazioni, idee, ragionamenti, progetti in relazione ai giovani che ogni
diverso assessorato potrà decidere di mettere in cantiere e/o sta realizzando,
senza alcuna pretesa, ci teniamo a sottolinearlo, di
centralizzazione alcuna. Si tratta semmai di evitare dannose sovrapposizioni se
non addirittura attriti tra possibili progettualità e/o interventi, spesso
frutto proprio della mancanza di comunicazione
trasversale ai diversi settori, e al contempo di auspicare invece possibili
interazioni, collaborazioni, messa in rete di servizi e progetti. Si propone di
realizzare un tavolo di lavoro che colleghi
periodicamente i diversi uffici e dipartimenti competenti e favorisca i processi
di scambio sopra accennati.
1.3 Verso il forum permanente per le politiche giovanili - le istituzioni locali
È intenzione di quest'assessorato costituire, entro l'anno 2005, un forum provinciale
per le politiche giovanili che coinvolga tutti i soggetti, istituzionali e non,
a diverso titolo operanti sul tema in oggetto, oltre ovviamente ai giovani
stessi. Tale forum avrà compiti di elaborazione, proposizione e indirizzo per
l'Assessorato provinciale ma anche per i diversi enti locali e i corrispettivi
assessorati e/o uffici competenti.
Il forum si riunirà periodicamente su convocazione dell'Assessorato Provinciale e sarà presieduto dall'Assessora. I lavori del forum, preparati dal tavolo di lavoro e dall'ufficio per le politiche giovanili su indirizzo dell'Assessora, coinvolgeranno tutti gli assessori e funzionari le cui competenze, al di là delle eventuali diverse denominazioni, riguardino le politiche rivolte ai giovani nella Provincia Milanese, le associazioni, cooperative, enti, fondazioni e in generale i diversi soggetti del privato sociale operanti sul territorio e infine i membri partecipanti alla consulta provinciale dei giovani.
In vista della costituzione, durante l'anno 2005, del forum permanente per le
politiche giovanili, si intende operare, nei restanti mesi del 2004, un ampia
consultazione con i sindaci, gli assessori e i funzionari dei principali comuni
della provincia competenti per le politiche giovanili nelle rispettive
amministrazioni. Tale consultazione ha diversi obbiettivi: socializzare e
promuovere il progetto di costituzione del forum in oggetto, raccogliere
testimonianze delle attuali progettualità in atto nei diversi territori, con
particolare attenzione all'individuazione degli elementi di forza delle
esperienze in essere e delle sperimentazioni in atto, far emergere aspettative
e richieste da parte dei comuni nei confronti dell'amministrazione provinciale.
2. Percorsi di sperimentazione
Vi sono inoltre alcuni progetti, sin da ora ipotizzabili per l'anno 2005, che
necessitano di periodi di studio, consultazione, elaborazione, verifiche di fattibilità.
Si ritiene utile impiegare i restanti mesi del
2.1Ultrà
Le curve degli stadi sono un luogo di aggregazione giovanile di massa tra i più
rilevanti socialmente e numericamente nel nostro paese. I gruppi ultras sono
gli ambiti, formali alcuni, informali la maggior parte, di questa aggregazione.
Gli ultras, spesso noti alle cronache per questioni legati alla giustizia,
hanno in realtà codici di comportamento, valori, senso etico, oltre a dinamiche
organizzative, comunicative e decisionali ignote solitamente alle istituzioni,
siano esse le istituzioni prettamente legate al mondo del calcio, siano le
istituzioni territoriali. L'unica istituzione che nella maggior parte dei casi
si "occupa" di ultras è la magistratura (e, ovviamente e di
conseguenza, la polizia giudiziaria). Il progetto in ipotesi prevede di creare
uno staff di mediatori e facilitatori culturali il cui compito sia la
mediazione dei conflitti tra i diversi soggetti protagonisti del mondo delle
curve: istituzioni locali, società sportive, polizia di stato, gruppi ultras. I
problemi, spesso
dovuti a una assenza o carenza di comunicazione tra i soggetti, sono relativi
alle modalità di accesso e utilizzo dei tifosi delle curve: striscioni,
materiale coreografico, biglietti d'accesso e orari, controlli filtro, ecc.
L'obbiettivo auspicato è la possibile comunicazione attiva tra i soggetti, lo
sviluppo di un osservatorio sulle dinamiche relative al fenomeno, l'ideazione
di percorsi di soluzione ai problemi comunemente individuati. L'ipotesi
iniziale riguarderebbe le curve di Milan e Inter, le relative società
calcistiche, Polizia e Carabinieri oltre alle figure istituzionali di
competenza (assessorati alla sicurezza, allo sport, .).
L'eventuale buona riuscita del progetto potrebbe essere successivamente presupposto per la sua ripetibilità in altri contesti metropolitani non calcistici (basket e hokey in primis) così come con società calcistiche "minori". È inutile ricordare come questo progetto, se attuato, avrebbe un enorme ricaduta dal punto di vista della visibilità per la provincia in ambito giovanile e per la possibilità di realizzare comunicazione sulle proprie attività e politiche territoriali.
2.2 Speriment/azione
È in ipotesi la realizzazione di un bando, coperto da opportuno stanziamento,
per attività rivolte ai giovani realizzate da soggetti operanti sul territorio
provinciale. Tale bando avrà come caratteristiche salienti la valorizzazione di
attività a forte contenuto di innovazione e sperimentazione in ambito
culturale, musicale, artistico, ricreativo, aggregativo. È inoltre intenzione
dell'assessorato individuare, in linea con diversi assi di finanziamento
dell'Unione Europea, un apposita parte di stanziamento destinato alle
aggregazioni informali non legalmente costituite. Per supportare la circolazione
capillare della conoscenza di tale bando oltre i canali formali e ufficiali e
per fornire, soprattutto nel caso delle aggregazioni informali, adeguato
supporto e accompagnamento alla realizzazione dei progetti presentati, si
prevede di dar vita ad uno staff di operatori che divulghino il bando durante
il periodo di raccolta dei progetti e accompagnino affianchino tutti quei
gruppi che ne facciano richiesta per la loro realizzazione. Andranno ovviamente
individuate dettagliatamente le modalità di selezione delle domande di
finanziamento
così come si determinerà un'apposita commissione di valutazione delle domande
stesse che sia assolutamente rappresentativa di professionalità, competenze,
orientamento politico assolutamente eterogeneo.
2.3Alfa-tech
Spazi di accesso alle reti e di alfabetizzazione informatica. Questo progetto
si propone di individuare le possibili modalità di apertura di più luoghi in
cui i giovani possano accedere gratuitamente alle reti informatiche
comunicative e trovare anche risorse formative e di alfabetizzazione di base. È
possibile individuare, in un progetto del genere, sia lo sviluppo di possibili
percorsi di facilitazione alla costituzione di soggetti d'impresa
(imprenditoria giovanile -
associazioni, cooperativa, società varie) sia la possibilità di partnership e
sponsorizzazioni da parte dei diversi operatori nel campo delle comunicazioni
via rete. Particolare attenzione andrebbe all'apertura di tali luoghi nella
periferia di Milano e nei comuni dell'hinterland, per valorizzare quei
territori e fornire in loco opportunità per i giovani.
2.4 Tecno Save
Da ormai diversi anni la città di Milano è attraversata dal cosiddetto fenomeno
rave party. I rave party (chiamati anche tecno-rave o illegal rave) coinvolgono
quasi ogni fine settimana migliaia di giovani che si spostano alla ricerca,
spesso assai complessa, degli eventi musicali più "estremi"
attualmente esistenti. Tale fenomeno è tra le altre cose caratterizzato da un
consumo di sostanze stupefacenti, sia legali che non, spesso da parte di
ragazzi molto giovani e di conseguenza scarsamente informati sui rischi
connessi all'uso di tale sostanze. Da più di un decennio in tutta Europa e in
particolare nei paesi del nord s'è coscientemente sviluppato un intervento da
parte delle istituzioni locali e sanitarie finalizzato alla riduzione dei
rischi e dei danni dati da uso e abuso di sostanze psicotrope. Tali interventi
sono ormai prassi consolidata anche in alcuni territori italiani (Firenze,
Bologna e Roma in particolare). Si intende individuare le linee guida di un
progetto di
riduzione del danno da mettere a bando tra i soggetti competenti del privato
sociale che intervenga su tale fenomeno.
2.5 Sonar milano
Il sonar di Barcellona è unanimemente riconosciuto come l'evento di musica elettronica
più importante a livello europeo (vedi allegato). L'ipotesi in campo è di
riproporne un'edizione italiana nella realtà milanese, sapendo cogliere il
meglio di quanto prodotto a Barcellona e integrandolo con la valorizzazione di
giovani artisti locali. Tale progetto avrebbe inoltre l'indubbio merito di
valorizzare adeguatamente lo spazio dell'Idroscalo attraverso un offerta a
diretta competenza dell'amministrazione.
2.6 Ostelli
Si ipotizza, per ora, di richiedere l'istituzione di un fondo che sostenga l'ospitalità
a basso costo, il turismo giovanile, la circolazione e l'attraversamento della
metropoli da parte dei giovani in relazione a fiere, eventi, manifestazioni
ecc. Tale fondo potrà essere impiegato nel sostegno di quelle poche realtà che
in Provincia in tale senso operano ma soprattutto per individuare i possibili
percorsi che portino alla realizzazione di altre attività di hosting giovanile
attualmente non
esistente.
2.7 Plaza metropolitana
L'estate, nella metropoli milanese, è spesso uno dei momenti in cui i giovani
si trovano più che mai privi di offerte, stimoli, occasioni. La realizzazione
di eventi e/o progetti, da parte della precedente
amministrazione provinciale e dell'attuale governo cittadino, s'è dimostrata
nei fatti sino ad oggi assolutamente carente. In particolare il centrodestra ha
concentrato il proprio intervento sul centro della città e con grossi eventi
che, seppur spesso utili e da riproporre, hanno nascosto il vuoto totale di
offerta nei territori periferici. Le piazze delle periferie, i giardinetti, le
panchine, sono d'estate più che mai piene di giovani che non trovano nulla per
loro e nessuna possibilità di realizzare qualcosa, in particolare in quelle
situazioni, sempre più diffuse, di disagio economico, tali da non permettere di
fruire, salvo rare eccezioni, dell'offerta di intrattenimento dei locali
privati. Con questo progetto si intende realizzare un bando di concorso,
destinato a gruppi formali e informali attivi nella realtà dei progetti
destinati ai giovani, per realizzare un percorso itinerante tra le principali
piazze della cintura cittadina e della provincia nei mesi di giugno, luglio e
agosto 2005.
Questo progetto, con la possibilità di rivolgersi anche a sponsorizzazioni di
privati, potrà spaziare in numerosi campi di attività, dalla cultura allo sport
passando attraverso la musica, il cinema e altro ancora. E' ovviamente
requisito fondamentale che le attività da realizzarsi siano ad offerta
gratuita.
2.8 Frontiere
Questo progetto vuole andare a sostegno di una realtà, gli oratori delle diverse
parrocchie della provincia, spesso unica presenza dedicata e destinata ai
giovani nelle periferie della metropoli e nelle città della cintura milanese.
L'ipotesi è di istituire un tavolo di lavoro con una rappresentanza della
Diocesi Milanese per individuare con loro quali possono essere i luoghi di
maggior bisogno e quali le risorse necessarie: formative, economiche,
materiali, di servizi ecc. In parallelo è necessario stanziare un fondo per
realizzare le progettualità emerse.
Questo progetto, visti i soggetti
a cui si rivolge, potrebbe realizzare una ricerca fondi e finanziamenti
attraverso sponsorizzazioni private che sostengano la realizzabilità delle
attività.
3.Elementi di discontinuità
I centri sociali autogestiti sono da ormai diversi anni una realtà consolidata
sul territorio provinciale ed è convinzione di quest'Assessorato, coerentemente
con quanto contenuto all'interno del programma della coalizione, che siano
nella maggior parte dei casi una risorsa molto importante che può essere
ulteriormente valorizzata. Pur avendo caratteristiche assolutamente
diversificate al loro interno vi sono sicuramente due dati che possono
interessare questa amministrazione e nello specifico quest'Assessorato: la
forte presenza di giovani, sia tra i "promotori" di tali esperienze,
sia tra i frequentatori, come tratto saliente, ma anche, col succedersi delle
giunte e delle amministrazioni targate centro-destra a livello sia comunale che
provinciale e regionale, la mancanza totale di comunicazione e relazione tra i
centri sociali e le istituzioni. A partire da questi due dati quest'assessorato
intende cambiare rotta. Si tratta di affrontare coi centri sociali stessi le
principali problematiche di pertinenza: sedi, allacciamenti delle utenze, regolarizzazione
degli insediamenti, messa in sicurezza degli spazi, possibilità di utilizzo di
spazi adeguati da un lato ma anche individuazione di modalità di relazioni coi
territori (vicinato e istituzioni) non conflittuali dall'altro. Innanzi tutto
promuovendo un giro di consultazione tra tutti i centri sociali (disponibili)
finalizzato a individuare peculiarità, caratteristiche, richieste, proposte. In
secondo luogo si intende costruire, con la collaborazione dei centri sociali
stessi, una giornata di studio-confronto, destinata ai promotori dei centri
sociali e agli amministratori locali di questa giunta provinciale e dei singoli
comuni che la compongono, il cui titolo ("centri sociali e territorio:
verso le migliori soluzioni possibili") dia immediatamente idea
dell'intendimento. Si pensa di invitare, da diverse città italiane (Bologna,
Venezia, Roma, Torino, Bergamo, Genova e altre ancora), promotori di centri
sociali e amministratori locali per indagare le esperienze di soluzione dei
problemi che nei diversi territori si sono date. Ma anche per individuare le
soluzioni possibili comunemente e le diverse competenze: cosa può attivare e
realizzare la Provincia, cosa i singoli comuni, cosa i centri sociali stessi.
L'idea di migliori soluzioni possibili rimanda anche lessicamente a obbiettivi
"alti", che inseguano i desideri e non si accontentino di soluzioni
di comodo ma al tempo stesso nel campo del reale e delle sue condizioni di
attuabilità. Si ipotizza una giornata di studio proprio per stimolare
riflessioni, eventualmente fornire strumenti, senza però vincolare in alcun
modo nessuno dei soggetti partecipanti con decisioni che è bene siano il più
possibile specifiche e che soprattutto abbiano tempi di sviluppo compatibili
con il più alto consenso possibile. Se necessario e utile, si può senza
difficoltà pensare che la giornata di studio si concluda con un evento, a
carattere ricreativo-musicale, realizzato in collaborazione tra la Provincia e
i centri sociali.
In occasione della giornata di lavoro sugli spazi
sociali si ritiene utile promuovere un incontro tra amministratori delegati
alle politiche giovanili che in diversi territori locali (provincie e comuni
prevalentemente) stanno sperimentando percorsi di innovazione. Tale incontro
avrà tra i suoi compiti principali lo
scambio di progettualità, lo sviluppo di collaborazioni, l'organizzazione di un
momento più ampio di confronto a carattere internazionale da tenersi nel 2005.
Appendice: Vibo Valentia
-gemellaggio
-scambi creatività giovanile: artisti milanesi al lavoro e ospitati d'estate a Vibo
Valentia, artisti calabresi al lavoro e ospitati d'inverno a Milano
-convegno europeo sulle politiche giovanili a vv e mi in due sessioni
-restauro palazzi storici in disuso con gli studenti dell'accademia.
La cooperazione internazionale è un valido strumento, se usato correttamente, per combattere le difficoltà di sviluppo di alcuni paesi o regioni.
Nel secondo dopoguerra la cooperazione era uno strumento per integrare nel mercato mondiale i paesi in via di sviluppo, ma, di fatto, soprattutto durante l’esistenza dei due blocchi, era il dispositivo per continuare ad esercitare un controllo politico ed economico su determinate aree geopolitiche. Col passare del tempo il debito dei paesi poveri è cresciuto a dismisura. Ora il debito è il collare col quale le organizzazione non governative mondiali controllano le economie poco sviluppate.
Un argine a questo fenomeno
di dominio indiretto è la cooperazione internazionale decentrata. Essa, a
differenza di quella governativa, non è sottoposta a vincoli e prassi
farraginosi e permette anche con piccoli investimenti di incidere efficacemente
in realtà di sottosviluppo umano e materiale.
La Provincia di Milano con piccoli investimenti può permettere ad alcune comunità di aumentare la propria qualità della vita. Rifuggiamo dai progetti “arcobaleno”, per lavorare con trasparenza e con soggetti riconosciuti e riconoscibili da noi e dagli interlocutori locali.
“La teoria è grigia; quello che è verde è l’albero eterno della vita”; forse ciò che Goethe mise in bocca a Mefistofele oggi può rappresentare un piccolo e incerto lumicino verso la speranza di costruire un mondo diverso. La difesa della vita contro i conflitti ad alta e bassa intensità, contro le ingiustizie e per una difesa dei valori umani può essere raggiunta attraverso la nostra piccola azione quotidiana, che fuoriesca dalla logica localista per immergersi in un panorama ampio e complesso.
La globalizzazione ha imposto povertà e miserie nuove e la cooperazione internazionale può rappresentare uno strumento per –almeno- lenire le profonde ferite sparse puntiforme nel globo. Lavorare per superare le sperequazioni e le ingiustizie, è un compito che una pubblica amministrazione dai tratti democratici e avanzato può affrontare.
Le svariate figure della
cooperazione, in questa fase di scomposizione di forme e relazioni, devono
assumere carattere mutevole ed elastico, ma soprattutto uscire dalla mera
logica della solidarietà meccanica. Abbiamo appurato che il corso neoliberista
agisce sull’intero terreno globale e che le relative dinamiche ricadono
pressoché omogeneamente ovunque, dunque il nostro obiettivo deve essere quello
di partecipare “orizzontalmente” ed in maniera bilaterale con chiunque si
stabilisca una relazione cooperativistica.
Cooperazione che dovrà,
anche, fuoriuscire dal rapporto consolidato fra istituzioni, per tuffarsi in
nuove relazioni con soggetti di movimento, partiti, associazioni, sindacati per
progetti innovativi e correlati alla sfida in campo contro le povertà e le
miserie sempre più crescenti.
Linee di intervento
Oltre ai tradizionali progetti di cooperazione decentrata, il nostro assessorato si propone di innovare anche in questo terreno le buoni prassi di una pubblica amministrazione.
La situazione globale è segnata da conflitti ad alta e bassa intensità, terrorismi, fondamentalismi, povertà ed ingiustizie. Abbiamo visto che la partecipazione diretta di soggetti e soggettività di movimento o istituzionali in alcuni casi ha favorito processi di pace o di implementazione dei principali diritti umani e civili.
Negli ultimi anni il fenomeno della “diplomazia dal basso” ha determinato scenari impensabili, promovendo azioni di pace piccole o dalla portata mondiale, pensiamo agli accordi di Ginevra, per questo il nostro assessorato si propone alcuni corsi di formazione ed informAzione sull’espansione della diplomazia dal basso, di pratiche di pace, di sviluppo e di relazioni cooperativistiche.
I corsi saranno: uno sulla “geopolitica mondiale” diretto a coloro che praticano la diplomazia dal basso o progetti di cooperazione internazionale o di solidarietà, l’altro invece diretto a tutti gli attori e operatori della cooperazione internazionale decentrata. Questi progetti saranno co-progettati con le ong e le associazioni che lavorano sul tema.
Un'altra importante azione del nostro assessorato sarà quella di ricercare, attraverso l’aiuto ed il contributo della Unione Europea, partnership con altri enti locali del nostro continente per progetti comuni di cooperazione internazionale decentrata.
L’Unione Europea non racchiude in sé tutti i confini del nostro continente. Pensiamo di rivolgere il nostro sguardo ai paesi dell’ex Yugoslavia, martoriati da guerre sanguinose e dove si registrano ancora gravi danni all’ecosistema. In relazione al nostro assessorato Pace, vogliamo contribuire ad un progetto sull’Acqua a Mostar, città del ponte e simbolo della follia della guerra.
Visto il ruolo istituzionale della Provincia di Milano riteniamo utile ed importante costruire un progetto di cooperazione internazionale decentrata con alcuni Comuni del nostro territorio.
La cooperazione è intesa non solo come progetti, ma anche come leva per alimentare processi di intrecci e contaminazioni fra culture, di gemellaggi e di solidarietà fra popoli.
Ricercheremo delle province che abbiano la volontà di stabilire una relazione di partneriato duraturo al fine di costruire iniziative comuni sulla base di quanto sopraccitato.
Un’importante settore della cooperazione internazionale è il commercio equo e solidale. La Provincia di Milano può determinare, attraverso dei progetti, lo sviluppo di tale settore con iniziative tese a promuovere quelle culture o prodotti che aiutano realmente una comunità a fuoriuscire dalla miseria del proprio territorio. Questi progetti possono essere fatti in partnership con i comuni della Provincia o con le associazione che da anni lavorano nel settore.