Il ruolo dei Comuni nel processo legislativo regionale
Alberto Chellini
- Schema di relazione -
1. I profili istituzionali della partecipazione
a) Concezione non meramente garantista dell’autonomia locale ma, al contrario, nodo di una rete, elemento di un sistema di governance;
b) lo spostamento verso il basso delle competenze è condizione necessaria ma non sufficiente;
c) la sussidiarietà, nei profili istituzionali, supera la gerarchia dei livelli di governo ed impone integrazione (e non è un criterio statico per l’attribuzione di competenze);
sono gli elementi di fondo della riforma del Titolo V (opposti alla devolution).
Delineano un sistema più complesso che richiede assolutamente solidi istituti e procedure di confronto e di raccordo.
Questa è la grande debolezza della riforma: rinvio sine die della Camera delle autonomie; integrazione della commissione bicamerale per gli affari regionali non realizzata, nel silenzio generale; al livello locale Consigli delle autonomie locali meramente consultivi e rinviati agli Statuti; federalismo fiscale solo promesso; coordinamento della finanza pubblica nazionale a colpi di finanziarie ed interventi di mero contenimento.
Quadro di grande difficoltà e di scollamento tra regioni e comuni, che cercano spesso un rapporto diretto con lo Stato.
2. Il “modello toscano” anticipa alcune risposte
a) Concertazione istituzionale preventiva tra giunta e associazioni degli enti locali;
b) consultazione unitaria del sistema locale tra consiglio e Consiglio delle autonomie locali (primo istituito in Italia).
Il sistema, malgrado la sua complessità (o forse anche grazie ad essa?), sostanzialmente da buona prova di sé (vedi iter legge urbanistica).
Si evidenziano tuttavia alcune criticità:
a) l’eccessivo dettaglio della concertazione sacrifica a volte il ruolo consiliare;
b) difficile rapporto del CdAL con il consiglio regionale.
3. Lo Statuto consolida il modello, ne corregge alcuni elementi recuperando un maggior ruolo consiliare, ma non prosegue oltre nello sviluppo del modello stesso (valutazione critica degli enti locali).
Si apre ora la fase dell’attuazione statutaria e del conseguente adeguamento degli strumenti e delle procedure.
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Alberto Chellini
Consiglio delle Autonomie Locali