Soldi a Bologna: per i servizi alle persone "no", per lo stadio "sì", scusate ma non capisco
Claudio Gandolfi

Leggendo le pagine locali dei quotidiani di oggi sono rimasto sconcertato dalla discordanza tra le dichiarazioni dell'assessore al Bilancio Bottoni e il comunicato stampa firmato congiuntamente dal sindaco Cofferati e dalla presidente della Provincia Draghetti per il nuovo stadio di Bologna.
La prima ribadisce le difficoltà per il comune a garantire nella quantità e nella qualità i servizi alla persona attualmente erogati ai cittadini in conseguenza dei tagli agli enti locali previsti in finanziaria e prospetta la possibilità di ulteriori esternalizzazioni, con tutti i rischi che questo comporta visto l'esito non sempre positivo delle esperienze precedenti che hanno visto spesso noi cittadini trasformati da utenti a clienti.
A fronte di queste prospettate difficoltà di bilancio, contemporaneamente i secondi garantiscono che Provincia e Comune di Bologna "sosterranno tutte le iniziative amministrative necessarie a coprire i costi e le spese per la costruzione completa del nuovo stadio di calcio e servizi correlati nell'area metropolitana bolognese" .
Strano atteggiamento questo da parte dei nostri amministratori: da un lato ci si dice che molto probabilmente non ci sono i soldi per garantire la qualità dei servizi in essere con il rischio di tagli alle prestazioni, dall'altro al contrario ci si dice - tra le righe - che ci sono i fondi per garantire l'impegno alla copertura finanziaria di una struttura che ancora non c'è e la cui necessità per i bolognesi dell'area metropolitana è ancora tutta da dimostrare.
Se proprio si vuole andare avanti con il progetto mi chiedo: perché non esternalizziamo la costruzione dello stadio (se lo paghino Gazzoni, la Lega Calcio e i tifosi) e ci impegniamo invece politicamente ed economicamente a garantire i servizi sugli standard attuali, ampliandoli dove possibile e necessario, garantendone l'accesso anche alle persone attualmente escluse? Il discorso su regole, legalità e sicurezza, partecipazione e condivisione, integrazione e convivenza ha un senso ed è politicamente sostenibile e difendibile solo se si fanno atti amministrativi conseguenti e di buon senso, forse allora i cittadini si convinceranno che è giusto seguire il buon esempio, diversamente vinceranno ancora una volta il qualunquismo e la demagogia ( da destra e da sinistra).
Bologna ed i suoi cittadini hanno bisogno da politici ed amministratori di serietà ed atti concreti tali da indurre la riscoperta dei valori del senso civico.
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Claudio Gandolfi, aspirante cittadino
(autorizzo la pubblicazione eventuale della lettera con riportato l'indirizzo di posta elettronica)