La complanare Bologna-Imola è una priorità? Il punto di vista di un pendolare
Claudio Gandolfi

Nell'Unità dello scorso 28 dicembre ho letto dell'articolo sullo studio di fattibilità per la complanare Bologna-Imola come risposta strategica ai flussi di traffico veicolare che interessano la via Emilia in direzione est.
Come utente che tutti i giorni si sposta esattamente su questa tratta con i mezzi ATC (101-94) e che tutti i giorni vede la velocità di crociera di questi limitata da centinaia di automobili con a bordo quasi nella totalità una sola persona, ho dei forti dubbi che questa sia la panacea per risolvere i problemi di viabilità come invece sembra essere convinzione del presidente del Circondario Imolese, sig. Stagni.
Invece di invadere la nostra pianura con la ennesima colata di bitume (a cui potrebbe seguire pericolosamente la successiva colata di cemento), in un contesto di SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE di cui tanto si parla anche nelle diverse sedi istituzionali, non avrebbe più senso investire sulla rotaia portando a compimento i lavori già previsti per il SFM (servizio ferroviario metropolitano), o inducendo le aziende ad adottare pienamente le misure e gli incentivi previsti dal Decreto Ronchi (mobility manager ed aspetti collegati)?
Rendere appetibili in termini di tempi di percorrenza e costi economici il TPL sarebbe la scelta politicamente più corretta per convincere le persone a lasciare il mezzo privato a favore del mezzo pubblico (rotaia e/o gomma).
Per favorire una mobilità sostenibile ed indurre le persone a scelte conseguenti non abbiamo bisogno di nuove strade, ma di mezzi pubblici competitivi; le amministrazioni debbono investire sul trasporto pubblico altrimenti è un circuito vizioso da cui non ne usciremo mai e tra 10-20 anni saremmo da punto a capo con la necessità di costruire altre strade.
> claudio gandolfi, abbonato annuale ATC Bologna
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Claudio Gandolfi, abbonato annuale ATC Bologna