VERBALE RIUNIONE COMITATO
ESECUTIVO 23.10.04
In data 23.10.14 si è riunito a Firenze presso la sede dell’Arci Toscana, piazza dei Ciompi 11, il Comitato Esecutivo dell’Associazione Rete del Nuovo Municipio.
PRESENTI
Alberto Magnaghi, Anna Marson, Fiorella Bomè, Rossella Marchini, Massimiliano Smeriglio, Pierluigi Sullo, Giorgio Ferraresi, Salvatore Amura, Marco Gelmini, Franco Piperno, Alberto Tarozzi, Giuseppe Caccia, Vincenzo Striano, Claudi Bicchielli, Enzo Scandurra.
ASSENTI: Paola Sani, Sabrina Gori, Raffaele Tecce, Giovanni Allegretti, Ugo Biggeri, Vittorio Pozzati, Guido Lutrario, Massimo Rossi
Alberto Magnaghi
Il presidente da inizio all’assemblea leggendo la lettera con cui Mercedes Frias si scusa di non poter essere presente e si dice disponibile ad assumere i compiti che il comitato vorrà attribuirle.
Vengono presentati i punti all’ordine del giorno:
1. preparazione dell'O.d.G. dell'Assemblea;
2. nomina dei responsabili e dei relatori delle Commissioni tematiche per
l'Assemblea;
3. definizione degli inviti all'Assemblea da rivolgere ai relatori esterni;
4. modifiche o rinnovi delle cariche sociali (Comitato Esecutivo, Presidenza,
Comitato di Presidenza...);
5. proposte di modifiche statutarie riguardanti le categorie di iscritti
(S.p.A. pubbliche, Gruppi consiliari, istituti universitari, associazioni...);
6. preparazione dei materiali da diffondere in Assemblea (elenco iscritti,
documenti istituzionali, lavori della commissione coordinata da Giorgio
Ferraresi, commissioni di lavoro sull'albo esperti, rapporti di ricerca etc.);
7. varie ed eventuali.
Il presidente introduce la discussione evidenziando che il binomio guerra
permanente /petrolio pone al nuovo municipio compiti a tutto campo
nell’affrontare concretamente sul proprio territorio i temi portatori della
pace: riduzione impronta ecologica, sovranità, autogoverno, economie e
relazioni solidali, diritti di cittadinanza, ecc; sottolinea il nuovo ruolo
potenziale dei sindacati nel disegnare un welfare postfordista e una
contrattualità “municipale” che riguardi l’organizzazione sociale dei rapporti
di produzione in una società complessa di differenze. Il dibattito dovrebbe
chiarire il ruolo futuro della rete e delle sue componenti nel far evolvere i
processi partecipativi verso forme stabili di autogoverno.
Vincenzo Striano
Il tema della partecipazione è cresciuto molto e lo dimostrano i molti assessorati alla partecipazione nominati in seguito alle ultime elezioni.
Premettendo che non si esprimerà sulle questioni su cui si trova d’accordo, sottolinea l’importanza e l’utilità dell’esistenza della Rete: non esiste un altro luogo in cui amministrazioni, associazioni, individui, accademici possano dialogare sullo stesso piano e con un senso di appartenenza ad un progetto comune e condiviso.
Propone che il tema dei migranti abbia un ruolo nella relazione introduttiva del Presidente all’assemblea del 13 novembre: si tratta di un tema strutturale quando si parla di partecipazione. Ci troviamo infatti di fronte ad un nuovo apartheid drammatico, nascosto, nuove forme di schiavismo (soprattutto in edilizia e in agricoltura) che negano l’essenza stessa del concetto di cittadinanza. L’intervento in assemblea di Mercedes Frias è molto importante come è fondamentale, in quell’occasione dare spazio a nuove forme di autoorganizzazione dei migranti come l’associazione di donne filippine.
Marco Gelmini
Per lavorare affinché si riesca ad unificare le molteplici anime della rete Propone:
Enzo Scandurra
Non condivide la percezione diffusa del successo della rete presso le amministrazioni comunali. Paventa il pericolo che la crescita di adesioni proceda di pari passo con uno svuotamento di contenuti. Per evitare questo occorre che la rete si esprima chiaramente su temi rilevanti come la termovalorizzazione, l’elettrosmog, la legge Moratti che distrugge l’autonomia della ricerca e privatizza, la rivolta contro i consumi(campagna Coca Cola).
Rossella Marchini
Non basta ricercare adesioni, occorre esplicitare punti chiari e pregiudiziali. I comuni non hanno posizioni chiare, ad esempio sui rapporti di lavoro.
Non occorre stabilire ruoli per le diverse anime della rete che rimarrebbero così chiuse in contenitori sterili, meglio applicarsi a definire il ruolo della rete. Manca un luogo di incontro e dibattito.
Occorre ribadire che non siamo noi a decidere, ma la gente nei luoghi di vita il nostro ruolo è quello di promuovere la partecipazione e la democrazia locale, affinché la gente possa decidere.
Non crede che esista un sapere in luoghi deputati e che ci possa essere qualcuno che debba assumere il ruolo di esperto. Occorre metterci in discussione e comunicare.
Massimiliano Smeriglio
Cresce la Rete e il municipalismo, l’interesse su questi
temi al di la delle nostre aspettative. Lo abbiamo visto nell’assemblea di
Grottammare. Non occorre rimettere ogni volta all’ordine del giorno i temi su
cui stiamo lavorando ma è sufficiente analizzare ciò che stiamo facendo. Sono
le buone pratiche che ci tengono insieme anche se non sempre riusciamo bene a
comunicarcele.
E’ essenziale sviluppare un progetto culturale sul municipalismo, sul progetto locale, la diplomazia dal basso, la cooperazione decentrata, l’interposizione comunale alla guerra.
Là dove governiamo cresce il municipalismo ma non crescono o, quanto meno, non si incrociano con le attività della Rete, le esperienze di contromunicipalismo.
La presa di posizione del municipio XI contro la Coca Cola , episodio apparentemente banale, ha innescato reazioni pesanti proprio perché si tratta di una presa di posizione forte, non di un partito, ma di un intero municipio.
Franco Piperno
E’ importante che il presidente in occasione dell’assemblea riprenda nella relazione “i temi mitici dell’autogoverno” come sovranità intera dei municipi, anche sul piano culturale, e giudiziario. Bisogna rovesciare il ragionamento: non parliamo di decentramento, ma di municipi che cedono una parte dei poteri.
Occorre utilizzare gli spazi e le opportunità di azione che già offre la legislazione esistente. Sarebbe importante dare vita a agenzie locali che svolgano un lavoro serio su tematiche specifiche come l’immigrazione.
Non è importante che i comuni iscritti siano tanti, ma che facciano buone sperimentazioni e le facciano conoscere. Passare dal bilancio partecipativo all’autogoverno.
Il tema della pace e il ruolo degli enti locali passa attraverso le politiche su temi come i consumi, il traffico, i rifiuti, i migranti, il clima. Occorre essere in grado di prospettare soluzioni nuove, alternative, totali che vadano oltre l’opposizione e i comitati contro.
E’ sempre più importante che le università vengano coinvolte nel lavoro della Rete.
La Rete potrebbe farsi carico di organizzare seminari su temi specifici con le università affinché si producano riflessioni e materiali, con un approccio interdisciplinare.
Giunge a proposito la proposta di Gelmini sulle modifiche
statutarie che permettano di associarsi alle aziende speciali: è un occasione
importante per riflettere su che cosa significa, che cos’è “pubblico”, inteso
come beni collettivi, beni comuni.
Giuseppe Caccia
La Rete dovrebbe essere attore che dissemina buone pratiche quindi urge verificare come gli enti locali stiano lavorando sulla partecipazione affinché non sia usata come “foglia di fico”. Abbiamo già assessorati in crisi per questo problema (ad esempio Padova).
Sottolinea il problema della guerra permanente come normalità che rischia di passare come tale (vedi la manifestazione nazionale dei lagunari a Venezia, sponsorizzata dal Comune).
Giorgio Ferraresi
La Rete è in ognuna della buone pratiche, è là dove si lavora intorno ad una nuova ottica, alla realizzazione di un principio di altra sovranità, di autogoverno e costruzione di nuova cittadinanza. E’ già in essere una pratica istituzionale che ha mutato le forme della politica.
L’istituzione va intesa come altra democrazia, come altro paradigma e la partecipazione come una nuova cittadinanza.
Occorre dunque ricondurre tutti i filoni di azione intorno a questi temi centrali contro lo smembramento regionalistico della Costituzione.
Fiorella Bomè
Occorre inserire nel documento Ferraresi in modo più evidente il punto di vista delle donne: si occuperà di proporre integrazioni per affermare un’ottica di genere sui temi affrontati. Chiede di presentare all’assemblea il progetto di ATTAC sull’acqua.
Anna Marson
Tutti nella Rete sono molto impegnati in ambiti di lavoro che restano troppo separati: è importante interagire e comunicare di più.
La partecipazione è una domanda sempre più forte che giunge alla Rete come richiesta di supporto ai processi; la rete come acceleratore di processi
Se l’istituzione dell’albo degli esperti che forniscano consulenze ci lascia perplessi potrebbe essere costituito un organismo con il compito di fornire certificazioni etiche ai processi partecipativi.
In Veneto Bettin ha proposto la creazione di laboratori per l’elaborazione del programma per le elezioni regionali: si potrebbe realizzare questa esperienza anche nelle altre regioni?
Le Università stanno subendo un attacco destrutturante che taglia finanziamenti e mette in discussione l’esistenza stessa di interi dipartimenti; la privatizzazione distrugge le conoscenze legate agli interessi collettivi.
Pierluigi Sullo
Stiamo lavorando per costruire l’autogoverno come nuovo paradigma della democrazia.
Le aziende spa a proprietà pubblica toscane funzionano ormai come aziende private e la proprietà pubblica non da nessuna garanzia sulla gestione e sulla qualità dei servizi.
Stiamo lavorando al cosiddetto”sviluppo locale autosostenibile”, alla riforma, al cambiamento di un modello di civilizzazione che non ci piace.
Che cos’è oggi la Rete? Ad un anno dalla sua nascita i temi su cui stiamo lavorando hanno fatto molta strada pur con problemi e contraddizioni.
Il taglio della finanza locale ripropone il tema del welfare municipale e richiama, obbliga alla costruzione di un altro sviluppo.
Le potenzialità della nostra associazione sono grandi ma il centro del nostro lavoro deve essere il potenziamento del ruolo dei municipi. Compito prioritario della Rete è fare rete, su cui siamo carenti all’interno e all’esterno. E’ fondamentale imparare a comunicare di più tra noi e con l’esterno. Occorre lavorare per far rete con le altre reti, di migranti, sindacati, coordinamenti locali, comuni, anche a livello nazionale.
La proposta della commissione di esperti nasce dall’esigenza di rispondere a richieste che ci giungono ogni giorno e non si tratta di una sapienza assoluta da diffondere ma di un saper fare che si acquisisce con il lavoro, la pratica, il confronto.
La comunicazione dunque potrebbe essere un altro tema da trattare in sede di assemblea.
Propone di partecipare alla costruzione del Forum Mediterraneo che si terra a Barcellona nel 2006.
Alberto Tarozzi
Il tema della smilitarizzazione dei territori non può essere un discorso solamente di cornice ma di pratica. Occorre fare pratica quotidiana, dal basso, a livello locale per la smilitarizzazione dei territori, contro le banche armate, le basi e l’industria militare.
Alla fine del dibattito il comitato discute e approva il programma dell’assemblea dei soci.
Il comitato propone all’approvazione dell’assemblea dei soci il seguente organigramma
Presidente
Alberto Magnaghi
Vicepresidenti
Mercedes Frias
Massimiliano Smeriglio
Coordinatore nazionale
Salvatore Amura
Portavoce, strutture di comunicazione
Pierluigi Sullo
Comitato Esecutivo
Composto dai responsabili dei nodo territoriali e dei gruppi di lavoro tematici
Nomine formalizzate dal Comitato Direttivo in linea con le proposte dei nodi e di gruppi di lavoro.
Comitato Direttivo (ex comitato esecutivo)
Giovanni Allegretti
Salvatore Amura
Claudio Bicchielli
Ugo Biggeri
Fiorella Bomé
Giuseppe Caccia
Isidora D’Aimmo
Irma Dioli
Giorgio Ferraresi
Mercedes Frias
Marco Gelmini
Guido Lutrario
Alberto Magnaghi
Rossella Marchini
Anna Marson
Giancarlo Paba
Franco Piperno
Vittorio Pozzati
Massimo Rossi
Andrea Saroldi
Enzo Scandurra
Massimiliano Smeriglio
Vincenzo Striano
Pierluigi Sullo
Alberto Tarozzi
Rita Zanutel
Proposta di modifiche(in neretto) statutarie da sottoporre all’assemblea dei soci:
Art. 2.1
Possono far parte dell’Associazione, le Amministrazioni e le loro articolazioni,
le aziende espressione degli enti locali, gli Amministratori pubblici di
ogni ordine e grado di Comuni, Circoscrizioni, Unioni di Comuni ed Enti
Territoriali, Enti Parco, rappresentanze dei movimenti sociali e
dell’associazionismo territoriale, corsi di laurea, dipartimenti,
laboratori, e master universitari, nonché ricercatori ed esperti del mondo dell’Università e della
Ricerca e singoli individui attivi, in modo formale o informale, in dinamiche
di gestione e trasformazione del territorio conformi ai principi enunciati
nella Carta del nuovo Municipio e nella Carta
d’Intenti.
La quota di adesione delle nuove categorie di soci introdotte sarà
equivalente a quella versata dall’ente territoriale di riferimento; altri casi,
non riconducibili alle categorie di cui sopra, verranno valutati singolarmente
dal Comitato direttivo.
Art. 4 Organi
dell’Associazione
Gli
organi dell’associazione sono:
a)
il
Comitato Direttivo
b)
il Comitato
Esecutivo
c)
l’Assemblea
dei soci
d)
…..
e)
….
f)
….
Art. 4.1.1 Il Comitato
Direttivo viene eletto ogni due anni dall’Assemblea dei soci a maggioranza
dei presenti. Il Comitato è costituito da un numero minimo di 13 e massimo di 30
membri, garantendo la rappresentanza di tutte le componenti dell’Associazione.
Il Presidente
ed i Vice-Presidenti ne fanno parte di diritto.
In via
provvisoria il Comitato Esecutivo nominato nell’atto costitutivo potrà essere
composto da non meno di tre membri che durano in carica sino alla prima
assemblea.
Art. 4.1.2 Il
Comitato direttivo indirizza la
gestione amministrativa ed economica dell’Associazione; redige i
programmi di attività sociale previsti dallo Statuto sulla base delle linee
approvate dall’Assemblea dei soci; redige ed approva annualmente il bilancio di
previsione ed il rendiconto economico e finanziario da sottoporre alla ratifica
successiva dell’Assemblea; delibera circa la decadenza dei soci e dei
sostenitori; svolge tutte le altre attività necessarie e funzionali alla
gestione sociale; collabora alla realizzazione dei progetti e delle attività
di cui agli artt. 1.3.1, 1.3.2, 1.3.3 del presente Statuto, svolge attività di
ricerca ed inchiesta in relazione agli obbiettivi ed agli indirizzi
dell’Associazione.
Art. 4.1.3 Il
Comitato esecutivo ha funzione di promozione, coordinamento e
monitoraggio rispetto alle attività promosse dall'Associazione, promuove
operativamente e coordina l’attività dei
nodi territoriali della rete e dei gruppi tematici individuati dal direttivo.
Per quanto riguarda l’inserimento nello Statuto del nuovo Comitato Esecutivo (struttura, elezione, compiti) e delle altre modifiche ci riserviamo di consultare gli esperti per redigere una adeguata proposta da presentare all’approvazione dell’assemblea.
Il Presidente
Alberto Magnaghi