IL CANTIERE DELL'ALTRA METROPOLI
(incontro cittadino organizzato dal nodo romano della Rete del Nuovo Municipio)
Le relazioni dei lavori delle due giornate 12 e 13 marzo
Si è trattato di una iniziativa molto partecipata nella quale forse per la prima volta i protagonisti di specifiche battaglie sociali si sono ritrovati insieme a costruire uno spazio comune di riflessione e di azione. E' questo il dato forse più interessante della due giorni: l'avvio di un nuovo spazio pubblico aperto che non appartiene a nessuno e che è perciò aperto a tutti. Un luogo dove far convergere le reti dell'autorganizzazione sociale, i coordinamenti cittadini e quegli amministratori che condividono la necessità di allargare e sperimentare nuove forme di partecipazione dei cittadini. Una partecipazione, si è detto sia venerdì che sabato, da costruire e verificare dentro un percorso nel quale contano anche i risultati concreti in materia di diritti. Anzi, sono proprio le lotte sui diritti a far crescere il desiderio di partecipazione e a permettere di promuovere forme più radicali di decentramento amministrativo.
Il venerdì pomeriggio, dopo l'assemblea plenaria, i lavori sono proseguiti con l'attivazione dei tavoli previsti di cui di seguito vi riportiamo delle brevi sintesi.
L'intenzione generale è che la Rete del Nuovo Municipio - nodo romano prosegua la sua attività:
1) dando impulso alle reti tematiche e ai coordinamenti che già funzionano;
2) alimentando l'attività locale attraverso la costituzione dei Municipi della Società Civile;
3) rincontrandosi in forma plenaria tra un mese o poco più.
Per preparare il nuovo appuntamento e mantenere il coordinamento tra i vari tavoli è prevista una riunione martedì 30 marzo alle ore 16.00 in viale Trastevere 66.
Tavolo sul diritto all'abitare
Ai lavori hanno partecipato nuclei di "occupanti", comitati, urbanisti, rappresentanti istituzionali. Nel corso dell'incontro si sono susseguiti 16 interventi sia di testimonianza (la nuova occupazione di Garbatella, ma anche la vicenda dello "strano palazzo De Lollis che pericolante non è" ) che di proposta. Nell'ordine: si è convenuto che il modulo dell'autocertificazione predisposto da ACTION, che i ricercatori sociali ARES, presenti al tavolo, hanno reputato un ottimo ed agile strumento informativo, dovrà appoggiarsi ai singoli Municipi (così come già sta avvenendo nel terzo). I presenti hanno ritenuto infatti che è necessario per i Municipi attivarsi nella costruzione delle liste municipali per trovare nuove soluzioni che tengano conto di quest'inedita sperimentazione sociale. Solo così si riuscirà a dare un volto e conoscere le singole forme del disagio. Lavoro oggi imbalsamato dalla sola graduatoria ERP che privilegia come titolo la sola anzianità di sfratto.
Si è riconosciuto concordemente come prioritario invertire la politica del Comune in materia di dismissione del proprio patrimonio e di richiedere il blocco degli sfratti in scadenza per il prossimo giugno. Al tavolo è stata, inoltre, illustrata la proposta di ACTION sull'emergenza abitativa in discussione con il gabinetto del Sindaco a seguito della delega ricevuta dallo stesso Sindaco, che mira a dirottare sul recupero del patrimonio edilizio l'attuale programma denominato "dichiarazione di disponibilità" promosso dall'assessorato al patrimonio del Comune. Solo così il programma abitativo, comprensivo dell'ERP (Edilizia Economica Popolare) potrà uscire dall'emergenza e dagli interventi tampone ed, intercettando il nuovo piano, puntare sul concetto "costruire nel costruito" senza nessun ulteriore consumo del territorio.
Gli amministratori municipali presenti hanno, poi, assicurato di essere disponibili a seguire il percorso dell'autocertificazione e proporre iniziative progettuali di recupero nei singoli municipi individuando in queste attività la sola possibilità di costruzione reale della domanda di abitazione e la sua soluzione. Tutti gli interventi hanno intrecciato questi temi con la proposta relativa al canone sociale ed individuato nel municipio il luogo da costruire, attraverso questi strumenti di lotta ed autorganizzazione, come nuovo orizzonte delle lotte globali.
Il tavolo si è dato un appuntamento periodico a partire dalla riunione fissata per il giorno 6 aprile al DeLollis occupato alle ore 19,00.
Tavolo sull'inquinamento elettromagnetico
Hanno partecipato al tavolo numerosi comitati e singoli cittadini, alcuni dei quali era la prima volta che si incontravano con coloro che da tempo lavorano al Forum contro l'elettrosmog.
Un primo confronto è avvenuto scambiandosi le informazioni sulle esperienze vissute nei vari municipi: il racconto è andato dalle lotte di via Feronia, a quelle del XV Municipio per contrastare la volontà dell'IACP di far montare 64 antenne sui propri immobili, alla vittoria riportata dai cittadini del IV Municipio avendo ottenuto l'interramento degli elettrodotti nella zona del Parco delle Sabine, al monitoraggio dell'inquinamento elettromagnetico fatto eseguire a proprie spese dal VII Municipio, fino al drammatico racconto del Comitato di via Longarina, nel XIII Municipio, dove una comunità di 200 persone vive da anni sotto i cavi dell'elettrodotto riportando malattie gravissime in percentuali impressionanti come provato da documenti dell'Istituto superiore della Sanità.
La discussione è proseguita per cercare di avanzare delle proposte ed un programma di coordinamento. Tutti si sono trovati d'accordo nel chiedere un reale decentramento che permetta ai Municipi di avviare un censimento, anche facendo ricorso all'autocertificazione dei cittadini, sullo stato attuale e in seguito individuare insieme agli abitanti dei quartieri alcuni siti, possibilmente pubblici, per localizzare le antenne predisponendo piani Municipali. Fare ricorso all'autotutela, con misurazioni dei valori di inquinamento approfittando di esperti presenti nei vari comitati e chiedere che le competenze sulla materia siano passate all'Assessorato all'Ambiente e a quello alla Salute e che non siano come ora dell'Assessorato ai Lavori Pubblici. Il tavolo si è chiuso con l'impegno di tutti di iniziare una campagna di sensibilizzazione sull'inquinamento da antenne di telefonia ed elettrodotti, in ogni quartiere e con l'appuntamento per Martedì 23 per continuare il lavoro.
Tavolo sui servizi sociali
La presenza al tavolo di situazioni diverse ha evidenziato l'importanza di trovare un filo conduttore che sappia ricondurre su un terreno comune il variegato mondo del sociale, valorizzando le singole esperienze ma considerandole in un quadro complessivo, capace di affrontare alcuni aspetti di base comuni. Dalle esperienze degli sportelli, a quelle della progettazione partecipata, alle rivendicazioni degli operatori del settore, a quelle della scuola, alle esperienze locali di gestione di servizi, ognuno ha riportato una realtà frammentata ma riconducibile a due punti comuni:
1- la necessità di comunicare, indagare e far conoscere le singole sperimentazioni locali partendo da una pratica di conflitto e trovare, sulle specifiche problematiche evidenziate dai cittadini, le collaborazioni con le istituzioni municipali;
2- l'importanza di trasformare le singole esperienze locali in metodo riproducibile nei singoli municipi di un nuovo welfare dal basso, creando le condizioni ed il metodo basato sulla partecipazione nelle scelte da parte di chi vive la città, conosce i suoi problemi, sa valorizzare le risorse.
La rete appare la proposta organizzativa più concreta in grado di:
- monitorare la piena applicazione del Piano Regolatore Sociale;
- promuovere una carta di intenti con la parte del terzo settore più sensibile per non sostituirsi nelle scuole ai servizi tagliati con la riforma Moratti;
- mappare i servizi sociali offerti dai Municipi, gli enti che li gestiscono, i lavoratori impiegati e le loro condizioni, la quota spesa assorbita dal settore e l'effettiva ricaduta sociale delle azioni promosse;
- semplificare la documentazione per contrastare il monopolio del dibattito agli addetti ai lavori;
- sostenere i laboratori di cooprogettazione in quei Municipi dove gli amministratori sono disponibili a consegnare al territorio le scelte decisionali;
- costruire la comunità educante attraverso azioni visibili e progetti locali partecipati;
- coordinare nei Municipi dove siamo presenti iniziative progettuali comuni e coordinate.
Tavolo sulla partecipazione
Il Bilancio Partecipativo
Dal governo di pochi al governo di tutti
In termini generali, il Bilancio Partecipativo potrebbe essere definito come un processo decisionale che consiste in un'apertura della macchina istituzionale alla partecipazione diretta ed effettiva della popolazione nell'assunzione di decisioni sugli obiettivi e la distribuzione degli investimenti pubblici.
Si caratterizza come processo partecipativo di discussione sulle proposte di Bilancio (Circoscrizionale, Municipale, Provinciale, Regionale, ma - al limite - anche di impresa, ecc.) che si snoda durante tutto l'anno fino a disegnare una proposta articolata di Bilancio per ogni anno di gestione successiva, sulla base delle richieste della cittadinanza. L'esperienza faro che ha segnato il dibattito mondiale è quella di Porto Alegre, dove da dodici anni si sperimenta il processo del Bilancio Partecipativo. Rappresenta una sfida decisiva. Anche da qui infatti passa il rinnovo della politica, il decentramento, la sfida di una rifondazione della democrazia.
Il tema della democrazia locale potrebbe sembrare secondario, di fronte alle grandi emergenze e questioni globali, come la guerra, le grandi crisi sociali e ambientali, o nazionali, come l'attacco alla democrazia che, su vari piani, la destra al governo sta muovendo. A noi sembra che non sia così. Ci pare, anzi, che il rinnovo delle forme della democrazia, l'allargamento della partecipazione cittadina e popolare, lo scoprire come produrre modi dell'autogoverno del proprio municipio o territorio, sia una delle chiavi per aprire le porte al cambiamento ora e subito. Le altre chiavi di un mondo nuovo risiedono nei movimenti di resistenza alla guerra e all'orrore globale, nel conflitto costituente. Connettere conflitto e progetto, produzione di democrazia al dispiegamento della disobbedienza come pratica costituente. Insomma solo in questo modo si può camminare a fianco del movimento per un altro mondo possibile pur stando al governo di un Municipio.
Proposte emerse dal Tavolo
1. Rafforzare l'ufficio partecipazione e Bilancio Partecipativo costruendo intorno a quest'ultimo un'effettiva rete di partecipazione.
2. Istituire l'ufficio come nodo dei processi partecipativi nella città di Roma in grado di mettere in relazione reti e favorire e facilitare lo scambio di buone prassi.
3. Presentare la proposta che l'ufficio partecipazione farà in tutti i consigli municipali organizzando dei consigli tematici aperti alla cittadinanza sulla partecipazione.
4. Rafforzare il processo di decentramento dei poteri ai Municipi.
5. Chiedere a tutti i Municipi dei passi concreti di cessione della sovranità alle forme di partecipazione dei cittadini.
6. Costituire nei Municipi e negli enti locali processi di Bilancio Partecipativo decisionali che incidano realmente sui bilanci delle istituzioni
Tavolo sui migranti
L'incontro sul tema dei migranti, svoltosi all'interno della convention della rete del nuovo municipio il 12 marzo, sulla base di questo ragionamento, ha affrontato alcuni punti importanti per la costruzione della cittadinanza civile e sociale dei cittadini stranieri, che può vedere un protagonismo positivo degli enti locali nella confingurazione di una rinnovata politica dell'amministrazione, che scaturisca da una relazione con i movimenti con l'intento di promuovere spazio pubblico.
Uno spazio cittadino che sperimenti nuovi terreni di partecipazione, in termini di autorganizzazione dei migranti, come le consulte, peraltro già previste dalle legge, ma mai attuate, e progettualità di nuovi strumenti di monitoraggio delle problematiche, attraverso la progettazione integrata tra più figure, dal privato sociale alle comunità migranti agli enti locali, che siano in grado di fornire risposte adeguate ai bisogni.
Una delle proposte è quella di strutturare un centro nel quartiere Esquilino, come luogo di produzione di informazione in lingua e orientamento. Un luogo che sia caratterizzato per la sua accessibilità, con uno sportello che monitori, in particolare la condizione abitativa dei migranti, della città e della provincia, anche come strumento di diffusione del modulo dell'autocertificazione per il diritto alla casa, come ACTIon sta già sperimentando in alcuni municipi.
Altro punto della discussione, il tema del diritto al voto. Tema già da mesi al centro del dibattito politico tra le comunità migranti e le istituzioni, per il quale riteniamo sia doveroso aprire un confronto serio all'interno delle realtà interessate, comunità migranti, movimenti, e istituzioni ribadendo che la legge comunale del consigliere aggiunto sia solo l'inizio di un percorso che porti alla vera partecipazione, dentro un sistema di garanzia dei diritti di cittadinanza. Ci aspettiamo comunque un confronto con i migranti eletti nei municipi e nel consiglio comunale, affinché questo percorso sia quanto più condiviso, e che giunga, come primo obiettivo, alla modifica dello statuto del comune di Roma, come una piccola inversione di tendenza rispetto ad una legge nazionale che tende a affrontare il fenomeno migratorio come un problema di ordine pubblico.
Tavolo su precarietà e reddito
La discussione ha coinvolto diverse realtà romane: centri sociali, collettivi universitari, sindacalisti ed esponenti delle istituzioni locali, in particolare della Provincia di Roma. Il dibattito è ruotato intorno alla definizione dei nodi problematici propri del mercato del lavoro e delle proposte in campo, provenienti sia dalle realtà autorganizzate che da quelle istituzionali, sul versante del reddito. La base comune della discussione è stata quella di riconoscere che non vi è possibilità di adeguare i sistemi di Welfare se non a condizione di trasformare le forme di erogazione (dirette) di reddito e le forme di distribuzione dei servizi alla cittadinanza (mobilità, abitazione, formazione, cultura ecc.). Il crescente carattere "intermittente" del lavoro, unito al più complessivo processo di precarizzazione che tende a ridurre le garanzie e le tutele ed espone i soggetti ad un continuo ricatto, rendono necessaria l'erogazione continuativa di reddito a fronte di un sempre più discontinuo accesso al lavoro.
Diverse le proposte. La creazione nel territorio, di sportelli sulla precarietà, che possano da una parte integrare il lavoro di quelli già esistenti, in particolare sull'emergenza abitativa a Roma e sull'immigrazione, dall'altra "mappare" la condizione, la qualità e l'estensione della precarietà diffusa nel territorio urbano. L'idea è quella di unire e di far convergere il lavoro "informativo" e di tutela sul lavoro, e di avviare un'inchiesta, o meglio, un autocertificazione delle condizione abitative e di reddito nel tessuto metropolitano. Il fine è quello di creare, a partire da queste attività, vertenze che interessino lo spettro ampio dell'abitazione, della formazione, della mobilità e in generale della cittadinanza e dell'accesso al reddito.
Sono state presentate da parte di una rappresentante della Provincia di Roma i progetti che interessano l'accesso alla formazione da parte dei giovani. Nello specifico un bando di concorso, promosso dalla Provincia di Roma, finalizzato alla formazione dei giovani attraverso stage presso aziende pagati dalla Provincia stessa. È stata inoltre fatta circolare e discussa la bozza presentata da alcuni consiglieri regionali di Rifondazione riguardo all'istituzione di un "reddito di cittadinanza" su scala regionale, sulla scorta dell'esperienza della Giunta Bassolino nella regione Campania.
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