GIOVANNI CARAPELLA
Innanzitutto ringrazio per l’invito. Penso che i risultati migliori di questo convegno, una volta formalizzati da parte del consiglio di amministrazione di Atac, potranno essere portati all’esame e alla valutazione della Commissione Consiliare Mobilità da me presieduta, come contributo concreto.
Noi siamo in una fase delicata e cruciale della vicenda del trasporto pubblico romano: ci troviamo in una fase molto importante e impegnativa che vede come obiettivo quello di garantire alla città più trasporto pubblico, sia per contrastare i livelli di inquinamento sia i problemi che una mobilità privata forsennata comporta sulla vivibilità urbana.
Nei prossimi mesi saremo chiamati a predisporre un nuovo riassetto organizzativo, nonché una razionalizzazione del modello romano delle aziende dei trasporti. Uno dei punti cruciali del modello romano è la separazione delle funzioni di programmazione e di controllo da quelle di gestione ed erogazione del servizio.
Questo convegno affronta un aspetto importantissimo, ossia il tema di come aumentare il coinvolgimento dell’utenza nella capacità di controllare e favorire una maggiore efficacia della nostra azione di erogazione e programmazione del servizio: il cittadino è, dunque, indicatore di performance, o meglio è lo strumento della partecipazione degli utenti come indicatore di performance.
Che cos’è la partecipazione in questo contesto? E’ saper comunicare con gli utenti, saper condividere con gli utenti alcune scelte strategiche e anche alcune scelte quotidiane che riguardano il servizio, nonché aumentare la capacità che gli utenti hanno di ottimizzare il controllo sulla qualità delle prestazioni che noi offriamo. Tutto questo come indicatore complessivo di efficacia del servizio che offriamo. Questo ci sembra sia uno dei temi di fondo su cui deve lavorare la nostra azienda leader del sistema di trasporto romano, ossia l’Atac. Atac che noi, in questa riorganizzazione di cui discuteremo nei prossimi mesi in Consiglio comunale e con le aziende, vogliamo ulteriormente rafforzare come agenzia, attraverso una maggiore sinergia con la mobilità privata e la sosta, per far sì che ci sia in qualche modo un governo unitario della offerta di mobilità pubblica e di mobilità privata. Un governo unitario che garantisca un rapporto con l’insieme dei cittadini-utenti. L’Atac si dovrà porre non più solo il problema del rapporto con i titolari del Metrobus o gli utenti del bit, bensì anche l’insieme dei cittadini che faranno della città un utilizzo consapevole, in quanto è un bene di tutti ed è un valore di tutti. Questo è un punto delicatissimo, su cui dovremo ritornare. Io penso che alcune delle scelte che Atac ha fatto di recente o si appresta a fare nel prossimo futuro, vadano nella direzione giusta, quali, ad esempio, il sistema di AVM. Senza un moderno sistema di controllo satellitare dell’erogazione del servizio su gomma, su tutta la città, noi non abbiamo un osservatorio dei dati che ci consenta di fare in tempo reale un vero controllo quantitativo e qualitativo dell’erogazione del servizio prestato. Questa scelta dell’azienda è un punto fortissimo.
Altra scelta significativa è rappresentata dalle paline intelligenti: è una scelta che va rafforzata, a cui però deve poi seguire anche un livello di controllo della rispondenza reale del servizio a criteri di efficienza e qualità. Vogliamo che la gente sia informata, ma al tempo stesso abbia un servizio di standard qualitativo che punti all’eccellenza.
Altro tema importante è quello della bigliettazione, che è stato oggetto di dibattiti ampi: i cittadini devono poter andare al supermercato e trovare i biglietti dell’autobus come trovano quelli della lotteria. Questo mi sembrerebbe un fatto di grande democrazia. Questi tre temi citati rappresentano aspetti forti del rapporto con l’utenza.
Il sistema di trasporto pubblico a Roma deve essere in grado di risolvere i complessi problemi propri di una grande città.
Infine c’è un tema che riguarda il valore etico di alcune scelte operate. Etico sta per valore sociale delle scelte operate dall’azienda in termini di individuazione e condivisione di politiche di welfare: il trasporto pubblico locale è una necessità per evitare che l’uso privatistico e forsennato del bene città ne produca l’autodistruzione. Su questo tema dobbiamo dare alle nostre aziende degli input molto forti su tre livelli di tutela: la tutela dei cittadini utenti, la tutela dei lavoratori delle aziende del comparto dei trasporti del Comune di Roma, la tutela dell’ambiente urbano.
Le varie aziende del sistema trasporto pubblico locale a Roma e nel Lazio, sono una grande risorsa lavorativa e sono energie umane, intelligenze, lavoro, passione, professionalità, mestiere, tradizione lavorativa. Queste forze lavorative vanno valorizzate e difese, rendendole consapevoli degli obiettivi sociali; tutto questo va garantito nel quadro di una funzione sociale delle aziende per rendere migliore e più efficiente il servizio.
Un ultimo aspetto riguarda più da vicino l’azienda Atac: avendo scaricato come Comune su Atac tutta una serie di impegni finanziari dell’Amministrazione comunale, importante è garantire la solidità amministrativa delle nostre aziende e, quindi, anche la tutela più vasta del mondo dei risparmiatori che si affidano agli strumenti finanziari che la nostra azienda Atac mette sul mercato.
Ultimo tema è il tema del rapporto con i territori e con i quartieri. Io ho letto con interesse le due pagine finali del documento che ha presentato il Presidente Gelmini e sono d’accordo. Mi convince molto questa idea anche degli sportelli Atac nei municipi. Lo stesso è stato fatto per Ama e per altri servizi.
Nono solo quindi pianificazione di rete ed efficienza del servizio; ma anche comfort e qualità prestazionale del servizio come da molte parti ci viene richiesto.
Su questo filone possiamo e dobbiamo lavorare per realizzare un sistema di controllo volto a democratizzare la gestione delle nostre aziende, migliorare la qualità dei servizi offerti, ovviamente a partire dalla valorizzazione delle risorse umane, che sono proprie delle nostre aziende e che ne costituiscono un patrimonio imprescindibile se vogliamo fare questo salto di qualità.